INQUINAMENTO AMBIENTALE, INDAGATI AMMINISTRATORI E TECNICI COMUNALI DELLA LOCRIDE

INQUINAMENTO AMBIENTALE, INDAGATI AMMINISTRATORI E TECNICI COMUNALI DELLA LOCRIDE

Di Annalista Costanza, Fonte: zoomsud.it 

Sono dodici gli indagati nell’inchiesta iniziata nell’agosto del 2015 riguardante la presunta mala gestione del settore della depurazione. Amministratori e tecnici comunali a carico dei quali viene contestata l’ipotesi di reato di inquinamento ambientale.

Tra gli indagati, per atto dovuto, ci sono i tre funzionari prefettizi che compongono la commissione straordinaria del Comune di Bovalino, sciolto nell’aprile 2015 per condizionamento mafioso. Nel registro degli indagati sono finiti anche i sindaci dei comuni di Benestare, Bianco e Casignana oltre ai relativi tecnici comunali.

Sotto l’occhio della Procura della repubblica di Locri è finito il vecchio e malconcio depuratore consortile di Bianco con sue le pompe di sollevamento, spesso non funzionanti, ricadenti nel comune di Bovalino, le varie tubature che attraversano Palazzi di Casignana e le vasche di troppo pieno presenti nelle stazioni di sollevamento poste anche nel comune di Benestare.

L’inchiesta, che si preannuncia corposa, porta la firma degli uomini della delegazione di spiaggia di Bianco e Bovalino. Quello di Bianco è un impianto di depurazione che fin dalla sua “nascita” ha messo in mostra le numerose criticità e dal quale potrebbero generarsi concreti e gravi danni per l’intero litorale marino-costiero con possibili ripercussioni anche sulla salute pubblica.

Lo schema fognario, finanziato dalla regione Calabria per un costo di circa 9 milioni di euro, realizzato nel 2003 avrebbe dovuto raccogliere i liquami dei centri di Bovalino e Benestare e trasferirli per un tratto di circa cinque chilometri, con tubazioni adeguate nonché pompe di sollevamento, gruppi elettrogeni e impianti elettrici, al depuratore di Bianco.

Di fatto, però, l’impianto solo poche volte riuscì a funzionare correttamente e molte delle tubazioni sono risultate inadeguate. Negli anni, molte le criticità e diversi gli interventi in urgenza che gli amministratori del passato adottarono per sopperire alle varie problematiche ed anomalie che ripetutamente si incontravano impegnando gli uomini della guardia costiera in un lavoro incessante.

Già nel 2008 il problema relativo l’impianto di depurazione era finito sulle scrivanie della procura, ma in quel caso tutto finì in una “bolla di sapone” con tanto di archiviazione del fascicolo. Adesso l’indagine potrebbe però coinvolgere altre figure, come ex amministratori. Partendo dal fascicolo archiviato e dalle centinaia di verbali per sanzioni amministrative firmate nel corso degli anni dalla guardia costiera delle delegazioni di spiaggia di Bianco e Bovalino, si è giunti all’inchiesta odierna. In pochi mesi di lavoro (agosto 2015 – febbraio 2016) i militari in divisa bianca hanno eseguito un’indagini puntuale e certosina al punto di “istigare” la Procura ad avviare le dovute indagini e procedere al sequestro preventivo delle pompe di sollevamento dell’impianto di Bovalino e dell’intero depuratore.  

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