“Frattura nell’ Unione”: Longo scrive a Sisì Napoli

“Frattura nell’ Unione”: Longo scrive a Sisì Napoli

“Frattura nell’ Unione”: Longo scrive a Sisì Napoli.

Caro Sisì,

non scriveremo, se mai avremo i locali, sul portone d’ingresso della sede dell’Unione: “Proletari di tutti i paesi unitevi !”, così come quei cartelli esposti nei locali pubblici dei paesi satelliti per compiacere alle autorità e al potere costituito al tempo del socialismo in un paese solo…

Non ho inteso unirmi al coro di chi o per dovere di appartenenza o per squallido opportunismo ha elevato il biasimo nei confronti del Sindaco di Locri Giovanni Calabrese.

Non è mia abitudine prostrarmi ai piedi del potere di turno di qualsiasi superiore istanza istituzionale per ingraziarmi per il mio Comune attenzioni o agevolazioni che non provenissero da quelli che sono i normali canali legislativi: ciò che ho ottenuto nella mia ormai ventennale azione amministrativa è frutto di un rapporto corretto, soprattutto facendomi apprezzare per autonomia, dignità istituzionale e coerenza di principi.

Oggi che si è fatta la scelta di costituire l’Unione dei Comuni della Valle del Torbido quei principi ritengo di non doverli annegare nell’unanimismo o nel moralismo di chi vorrebbe “ mettere le brache al mondo ” , pur convinto che nonostante le difficoltà il cammino intrapreso non è messo in discussione. Anche se l’Unione, dobbiamo ammetterlo, sino ad oggi è stata vista come cornice dentro cui esaltare l’individualismo.

Per chiarezza, dunque.

Un’Unione di Comuni è costituita “ per l’esercizio associato di funzioni e servizi ” e non per una fusione d’identità o di cervelli, pur non eccelsi. Fuori da questo ambito ogni amministrazione è garantita nella propria autonomia: ognuno del resto ha le proprie fette di prosciutto agli occhi.

L’Unione non può essere ad usum delphini, perché sono convinto che l’autonomia della nostra Istituzione valliva ma anche di quella locridea debba essere salvaguardata e vista come la più efficace barriera a qualsiasi tentativo di manipolazione a servizio di una qualsiasi organizzazione politica che provenga dall’esterno.

Con la logica di : a chiamata rispondo, finiremo sotto il tallone di ferro dei poteri reggini nella futura Città Metropolitana.

Ma per tornare all’episodio increscioso di sabato mattina “ Pro ospedale e della sanità pubblica della Locride “ tra il Sindaco Calabrese e l’Assessore Roccisano, io sono uno di quei Sindaci che si è tolto la fascia tricolore, pur rimanendo come cittadino ad assistere all’indecoroso spettacolo che sul palco si stava consumando: provocazioni, intemperanza e volgarità hanno dato il meglio di sé in un crescendo deprimente e di poco conforto per le persone sofferenti soprattutto, per gli anziani, i giovani e per le migliaia di cittadini che vi hanno partecipato.

La vera colpa di Calabrese è stata quella di avere apprestato “una giocosa macchina da guerra” ben riuscita in tutti i suoi particolari, logistici e tambureggianti, ed averla poi gestita da novello apprendista stregone, consegnandola all’improvvisazione e al caos del palco.

La folla poi ha agito come agiscono le folle in questi frangenti.

Tuttavia quella popolazione era ben consapevole del tentativo di depotenziare le iniziative di Locri e di Polistena, già da tempo programmate, con una furba quanto improvvida convocazione dei Sindaci a Reggio Calabria per discutere di sanità da parte del Sindaco Falcomatà, politicamente identificabile in quel partito che governa la Regione ed nel comunicato di qualche ora prima della manifestazione in cui si informava che la Regione non vi avrebbe fatto parte: ciò che si è rivelato un flop e un boomerang. E ciò è stato sintomo di nervosismo di un partito, tutto preso dentro il Palazzo, che si è visto sfuggire di mano un sentimento popolare che dovrebbe essere la sua anima e la sua linfa ispiratrice nell’azione di governo: le reazioni poi di qualche suo dirigente assomigliano al digrignar di denti di manzoniana memoria.

Tuttavia era quella l’ennesima dimostrazione che il popolo della Locride, e non solo, non ne può più di essere preso in giro; che ogni tentativo di mettere le briglie ad un movimento che esprime il disagio e la rabbia di un intero territorio da anni spettatore passivo delle passerelle dei vari Governatori regionali e politici nazionali si può ritorcere contro.

Infine, caro Sisì, un consiglio all’amico ed un invito al consigliere dell’Unione.

Il consiglio: conoscendoti provenire da buona famiglia, mi preme ricordarti che è cosa buona e corretta fermarsi davanti all’uscio di casa di un amico e bussare con educazione. Entrare a gamba tesa nel campo altrui è un gioco censurabile, perchè pericoloso, che non promette nulla di buono nella costruzione dei rapporti di reciproca fiducia, ma contribuisce a creare quel clima di sospetti che ledono dalle fondamenta ogni ipotesi di futuro. Penso, pertanto, che le tue, a questo punto interessate, insinuazioni siano frutto di fervida e maliziosa fantasia.

Al consigliere dell’Unione, cui ha molto dedicato speranze e forze, l’invito, che avevo già rivolto in precedenti occasioni, di coordinare i Sindaci – ai quali quotidianamente non mancano gli impegni – nella loro attività comunitaria, ruolo già svolto con eccellenti risultati, sapendo che il Presidente, per come è stata prevista questa figura, non agisce in proprio ma ha la sola funzione di rappresentanza e di firma per gli atti che ne derivano.

Un caro saluto, con sempre maggiore stima,

Totò Longo

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