Maltempo e catastrofi, la riflessione di Aiello
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Di Pasquale Aiello
Gli ultimi avvenimenti catastrofici provocati dal maltempo dei mesi scorsi che hanno messo in ginocchio intere zone in Italia sono sicuramente “naturali” ma non solo. Smottamenti e frane, sradicamenti di intere superfici alberate, straripamenti dei fiumi sempre più violenti sono solo alcune tra le conseguenze delle mostruosità umane come cementificazioni selvagge, trasformazioni dannose del terreno per fare spazio a complessi industriali e grandi opere (TAV-TAP), discariche a cielo aperto, navi dei veleni e molto ancora, compiute dall’uomo ai danni dell’ambiente.
Ogni volta siamo alle solite: la stampa di regime recita il consueto rosario, le stesse parole, qualche intervista e il governo di turno che promette fondi per la calamità, investimenti e risarcimenti, ciance, tricche e ballacche. Forse la terra non riesce più a contenerci, l’uomo non solo non la rispetta ma, col suo egoismo e la sua prepotenza, la offende continuamente pensando di poter forzare le sue leggi e stuprare l’ecosistema all’infinito. E’ come se, attraverso questi eventi, la natura stesse mettendo in atto gli anticorpi per proteggersi da una tirannia totalitarista del tornaconto e del guadagno a sue spese che risponde ai dettami di una società capitalistica. Si lasciano cadere i ponti, si sconquassano interi luoghi con un abusivismo sfrenato, si prevaricano regole e linee guida contro l’inquinamento da parte di tutti quei cittadini maleducati e incivili ma anche e soprattutto ad opera delle grandi industrie che manifestano ‘allergie’ ai trattati, si trascura nei programmi la cura dei fiumi specie dei più piccoli con minore portata che poi sono proprio quelli che causano i danni maggiori avendo un letto irregolare ed essendo privi di argine, si pensa a opere grandiose che magari non servono e deturpano intere aree, cedendo alle lobby delle grandi imprese, tutto in nome dell’ interesse e del consenso a ogni costo.
Con le leggi finanziarie i vari governi continuano a sforbiciare su protezione civile e salvaguardia, smantellano addirittura il corpo forestale e impoveriscono gli enti locali, attribuiscono le colpe ad un ‘ambientalismo da salotto’ e intanto continuano a tagliuzzare risorse ai comuni mentre ci propinano condoni su condoni invece di aprire una guerra senza confini contro l’evasione e punire abusivi ed evasori che sfidano continuamente lo stato alla faccia di chi l’onestà la pratica sempre e comunque. E’, ormai, una situazione insostenibile. In Italia bisogna cominciare a pensare a un piano di ricostruzione con interventi sul territorio per ripristinarlo dal dissesto ma soprattutto occorre riflettere sul serio su come organizzare un sistema affidabile ed efficace di prevenzione che potrebbe scongiurare sciagure ed evitare disastri e col quale principalmente si creerebbe occupazione vera, che potrebbe essere l’inizio per una concreta lotta alla povertà, con l’unico mezzo davvero efficace in grado di incidere in modo effettivo sul miglioramento della qualità della vita: Il lavoro. Tutto il resto è noia.