Ennesimo rogo nella notte a San Ferdinando, ancora una vittima
Notizia tratta da: corrieredellacalabria
Nuova vittima di un rogo nella baraccopoli di San Ferdinando
Un fuoco acceso per riscaldarsi ha distrutto 20 baracche. Il morto sarebbe un 35enne senegalese. Convocato il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. È la terza vittima in un anno
SAN FERDINANDO Un incendio è divampato nella notte tra venerdì e sabato (a mezzanotte circa) nella baraccopoli di San Ferdinando ed ha provocato una vittima. Le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco che hanno allestito una postazione fissa sul posto. Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri. La vittima, secondo le prime notizie raccolte dagli investigatori, sarebbe un 35enne di nazionalità senegalese, Aldo (era il nome italiano che si era scelto) Diallo. Le operazione per la sua identificazione sono in corso, visto che i documenti sarebbero andati distrutti. Nel rogo sono state distrutte una quindicina di baracche. Potrebbe esserci uno dei tanti fuochi accesi dai migranti per riscaldarsi all’origine dell’incendio. È questa l’ipotesi emersa dai primi accertamenti compiuti dagli investigatori di polizia e carabinieri giunti sul posto. Una scintilla avrebbe provocato le fiamme che poi si sono rapidamente propagate tra le baracche fatte di materiale infiammabile come legno e plastica.
MIGRANTI TRASFERITI Il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari ha convocato una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si sta svolgendo nella sede del Municipio di San Ferdinando. Intanto c’è tensione tra i migranti che vivono nella baraccopoli e da tempo chiedono soluzioni abitative alternative che superino l’emergenza della baraccopoli. Nel campo, stamani, c’è chi è pronto a dare vita ad un corteo di protesta, mentre i quindici migranti rimasti senza riparo sono stati trasferiti nella nuova tendopoli gestita dal Comune di San Ferdinando. Al momento non si sono registrati problemi.
TRE VITTIME IN UN ANNO Con l’uomo morto la notte scorsa, salgono a tre le vittime di incendi nella baraccopoli registrate in un anno. Il 27 gennaio 2018 perse la vita una 26enne nigeriana, Becky Moses. In quel caso l’incendio fu doloso. Pochi mesi dopo la polizia ha fermato una donna ritenuta la mandante del rogo, fatto appiccare per gelosia. Il 2 dicembre 2018, morì Surawa Jaithe, del Gambia, che avrebbe compiuto 18 anni pochi giorni dopo. In precedenza, nella baraccopoli dove nel periodo invernale vivono anche migliaia di migranti impegnati nei lavori di raccolta degli agrumi nei campi della piana di Gioia Tauro, si erano verificati altri incendi che non avevano causate vittime solo per puro caso.
LA RIUNIONE IN PREFETTURA Alla riunione di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica hanno partecipato il questore Raffaele Grassi, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Flavio Urbani, il vice comandante dell’Arma dei Carabinieri, Stefano Romano, il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi, il Rappresentante di Vigili del Fuoco, Carmelo Triolo. Il prefetto ha richiamato l’importanza di attuare politiche attive di integrazione e inclusione nel tessuto socio economico della Piana di Gioia Tauro attraverso forme di accoglienza diffusa, anche ai sensi dell’art. 40 del Testo unico sull’immigrazione, così come convenuto nelle riunioni che si sono susseguite in Prefettura.
«In quelle occasioni – riporta una nota della Prefettura – anche la Regione Calabria ha manifestato la disponibilità a contribuire alla soluzione del problema con strumenti che incentivino le locazioni, come la creazione di un apposito Fondo di garanzia per i proprietari che concedono un immobile in locazione, nonché l’investimento di risorse finanziarie per l’eventuale ristrutturazione di beni confiscati o del patrimonio pubblico. Nelle more dell’attuazione di quanto disposto nei predetti incontri in Prefettura, nei quali si è delineata una strategia per realizzare l’accoglienza diffusa in tutto il territorio della Piana, è stato approntato un piano per trasferire, nel breve periodo e previe le necessarie verifiche di legge, i migranti».
LA CGIL: «MORTE HA RESPONSABILITÀ POLITICHE E ISTITUZIONALI» Sull’ennesima vittima interviene la Cgil: «Siamo stati attaccati per mesi perché denunciavamo la violazione dei diritti umani e perché chiedevamo una sistemazione provvisoria sicura per mettere i lavoratori al riparo dalla morte. Sul posto, come sempre, questa notte era presente la Flai-Cgil. Questa morte, come le altre, ha precise responsabilità, politiche e istituzionali. Lunedì pomeriggio, Cgil e Flai nazionali, regionali e territoriali terranno una conferenza stampa a Gioia Tauro per mobilitazione e ricorso alla magistratura».