Lo Sprar di Gioiosa Ionica citato come buona pratica dal dossier di Legambiente
C’è anche il progetto territoriale Sprar attivo nel Comune di Gioiosa Ionica dal 2014 e gestito dall’Associazione “Rete dei Comuni Solidali (Recosol) – Comuni della Terra per il Mondo” nel dossier di Legambiente “L’accoglienza che fa bene all’Italia”, presentato a Roma il 22 novembre 2018.
Il dossier è una raccolta di storie che coinvolgono 100 comuni che hanno scelto il miglior modo di fare accoglienza cioè quella diffusa e la microaccoglienza, che aveva, prima della sua eliminazione attraverso il decreto sicurezza, nel sistema Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) il modello di riferimento. “Piccoli numeri diffusi nel territorio, ospitati in appartamenti o piccole strutture”, si legge nella premessa del rapporto.
Secondo il Dossier di Legambiente, pertanto, “l’obiettivo sembra essere, inevitabilmente, attraverso il boicottaggio dell’accoglienza diffusa, paralizzare l’integrazione” depotenziando a tal punto il sistema di accoglienza Sprar fino a renderlo sostanzialmente residuale, preferendo un’accoglienza straordinaria a discapito della seconda accoglienza. Questa scelta “mina la possibilità di garantire percorsi di inclusione sociale – come ammette nel dossier Alessia Barbiero, coordinatrice del Progetto Sprar di Gioiosa Ionica – e quindi di integrazione, con il rischio della creazione di veri e propri ghetti come avviene nei grandi centri come i Cas e i Cara. In questo modo si mette in crisi un complesso sistema che opera in piena trasparenza nella gestione dei fondi e che ha visto coinvolti gli enti locali come protagonisti diretti dell’accoglienza”.