Riace sbarca a Milano con Enzo Infantino e la Rete dei Comuni Solidali
di Gioacchino Criaco
da Repubblica Milano
Riace è sbarcata a Milano per spiegare ai milanesi l’esperienza del piccolo paese calabrese in tema di accoglienza e di integrazione dei migranti. E per dare la reale dimensione della vicenda giudiziaria che ha coinvolto il sindaco Mimmo Lucano. A Milano c’è stata una reazione spontanea all’annuncio dell’arresto del sindaco calabrese, che ha portato in piazza San Babila, il 6 ottobre, migliaia di persone a solidarizzare con Lucano e il modello Riace. L’interesse della città continua, e al Cantiere Sociale di via Monterosso, venerdì sera, è arrivato uno degli attivisti della rete dei comuni solidali, Enzo Infantino, a spiegare il modello Riace, insieme a lui, “Un paese di Calabria”, il documentario di Shu Aiello e Catherine Catella, ha raccontato di Riace, di generazioni diverse che si incontrano e trovano in pratiche solidali e mutualistiche, una vita dignitosa. Al Cantiere c’era un’atmosfera insolita, il sogno che si materializzava, si è fatto aria, ha attraversato le narici e riempito i polmoni di un profumo di gelsomino, l’odore tipico della costa jonica calabrese. Il sogno si è fatto soprattutto parola per descrivere i pregi di un modello che può essere replicato, perché riempie di una vita attiva i luoghi dell’abbandono, gli ridà prospettiva, bellezza. Questo è un fatto e un’opportunità che possono varcare i confini calabresi, elementi che poggiano non soltanto su ideali politici, ma su peculiarità culturali. Prima che scelta ideologica, Riace è una propensione naturale, la filoxenia greca, l’ospite come dono, arricchimento, il principio cardine della grecìa che satura la società calabrese. E l’accoglienza a Milano è stata il motore di una crescita che ha fatto grande la città con le immigrazioni meridionali e continua a farla grande con l’apertura a un altrove che, come è sempre accaduto, terrà Milano un passo avanti rispetto a molti altri luoghi, non solo all’Italia. È stato bello sentir parlare di una Riace che resiste e non si arresta, perché non è un leader, ma una comunitá, un modello che si può e si deve diffondere. E non c’era altro posto in cui parlarne, se non a Milano.