Io mangio nell’altra stanza
“A scuola noi stranieri mangiamo nell’altra stanza, dove si mangiano i panini”.
Ha risposto così un bambino dagli occhi vispi e malinconici alla giornalista della trasmissione PiazzaPulita che lo ha intervistato per realizzare il reportage.
Infatti nel Comune di Lodi, a seguito di un’ordinanza del sindaco leghista Sara Casanova, oltre duecento bambini stranieri da quest’anno non hanno più diritto alla agevolazioni per i servizi di mensa e scuolabus. Così, sono costretti a mangiare in stanze separate da quelle dei loro compagni italiani e a percorrere ogni giorno diversi chilometri a piedi per raggiungere l’istituto scolastico.
Per nessuna ragione un bambino dovrebbe ricevere trattamenti direttamente o indirettamente discriminatori rispetto ai propri coetanei; a maggior ragione all’interno della scuola, luogo di formazione delle menti e delle coscienze del domani.
Non mi riconosco in una società che educa i propri figli alla logica dell’esclusione e che subordina la tutela dei diritti al potere economico.
Non mi riconosco in una società che divide, che isola e discrimina per ragioni di natura sociale, economica o razziale.
Non mi riconosco in una società che sembra aver perso di vista la propria dimensione umana.
Non mi riconosco in una società in cui si postano sui social tenere foto con gattini e cagnolini e poco dopo si offendono e umiliano deliberatamente altri esseri umani, restando rigorosamente nascosti dietro lo schermo di un computer.
Non mi riconosco in una società che non sa più indignarsi davanti alle ingiustizie e che, forte della propria rassicurante indifferenza, si gira dall’altra parte di fronte al dolore.
Non mi riconosco in questa società, non mi riconosco in questa Italia.
Auguro a quei bambini di imparare che il mondo ha da offrire loro molto altro, perché ricco di meraviglie e di straordinarie opportunità.
C’è grandissima dignità nel mangiare “nell’altra stanza, dove si mangiano i panini”: spesso è proprio dall’emarginazione che ha inizio il riscatto degli Ultimi.