L’amministrazione Belcastro non ha un’idea per il Kaulonia Tarantella Festival. Parola di Paolo Dossena, intervistato da “la Riviera”
Riportiamo uno stralcio di un’intervista che Jacopo Giuca ha realizzato per “la Riviera” a Paolo Dossena della Cni. L’articolo integrale si può leggere QUI.
Quest’anno ricorre il 20º anniversario del Kaulonia Tarantella Festival. Come ha conosciuto la manifestazione?
Caulonia e il Festival li ho conosciuti grazie a Domenico Sisto (produttore dei “Marvanza”, gruppo che qualche anno fa ho selezionato per il Primo Maggio di Roma) che oggi collabora strettamente con noi di CNI e al quale è stata affidata la gestione di CNI Live.
Abbiamo saputo che, per questa ricorrenza speciale, l’organizzazione del Festival le ha proposto la direzione artistica di una serata, affidando le altre a Eugenio Bennato, Mimmo Cavallaro e Danilo Gatto. Cosa dobbiamo aspettarci dalla sua organizzazione?
Io non “dirigo serate”, ma con la CNI e i miei collaboratori produco e realizzo Eventi e Rassegne. Pertanto, pur essendo molto onorato dalla richiesta fattami dal Comune di Caulonia, non posso accettare la proposta che mi è stata fatta e, anzi, approfitto di questa occasione per scusarmi con la gentile e simpatica sindaca Caterina Belcastro, con la quale mi auguro non manchi l’occasione di collaborare in altra circostanza. Mi ero già espresso in tal senso inviando in maniera ufficiale alcune richieste specifiche inerenti all’evento. Domandavo infatti informazioni preliminari rispetto al progetto complessivo come numero delle serate e date previste, chiarimento dell’impostazione complessiva rispetto le eventuali scelte di artisti da coinvolgere, tipo di risorse economiche disponibili, tempi e modalità di pagamento… Non ho avuto alcuna risposta che mi fornisse chiarimenti e mi rassicurasse su punti che reputo fondamentali. Soprattutto sul punto per me di massima importanza: l’impostazione complessiva del progetto Festival.
Quali aspetti del Festival, tecnici od organizzativi, dunque, andrebbero cambiati per migliorare l’offerta del Festival rispetto alle passate edizioni?
Questo Festival manca di visione culturale, di creatività, di identità, di quel coraggio innovativo e multigenerazionale che dovrebbe servire a valorizzare le radici così radicate nel territorio per amplificarle in un ambito ben più vasto e internazionale. Non basta una reunion di “direttori artistici” e raggruppare qualche artista più o meno famoso. Ci vuole un’idea.