Tucci sollecita la magistratura sul caso Trimarchi
La comunicazione formale dal Tribunale di Locri alle parti in causa è arrivata nella giornata del 27 marzo. Con un atto d’intervento ex articolo 91 del Codice di Procedura Penale, depositato a metà febbraio, Attilio Tucci, legale rappresentante dell’associazione Antigone – Osservatorio sulla ‘ndrangheta, siederà in aula al fianco di Trimarchi nell’eventuale futuro processo che potrebbe vedere imputati i presunti responsabili della tentata aggressione fisica e simbolica avvenuta lo scorso anno durante la Festa del Pane, a Canolo.
All’associazione rappresentata da Attilio Tucci sono state riconosciute le finalità di tutela degli interessi lesi dai fatti denunciati da Trimarchi ai carabinieri della stazione di Agnana Calabra, in quanto riconducibili alla genesi e alla diffusione di modelli comportamentali violenti e sopraffattivi, che l’associazione, da anni, contrasta in ogni modo.
“Il nostro obiettivo – dichiara Tucci a Ciavula.it – è quello di mantenere alta l’attenzione su quelle che possono essere delle deviazioni culturali. Lavoriamo sulla questione della mentalità. Essere vicini a Trimarchi in questo momento significa far valere il principio della libertà di scelta contro il sopruso”.
Diverse associazioni si sono mosse e si stanno muovendo in tale direzione. Altre lo faranno in sede processuale. Lo scopo, comune e condiviso, è quello di mantenere alta l’attenzione su una vicenda indegna e vergognosa.
“Un fatto che in apparenza sembra avere un’importanza trascurabile – scrisse l’Associazione Antigone nel comunicato stampa col quale esplicitava la propria intenzione di schierarsi a fianco di Trimarchi – In realtà quanto capitato rappresenta l’ennesimo atto di una strategia intimidatoria contro chi urta certi interessi e certi modelli culturali. Contro i non allineati. Contro chi, pubblicamente, commenta e critica le vicende politiche e sociali della comunità in cui vive. Quella sera infatti, apertamente, durante la tentata aggressione, a Trimarchi venne contestato minacciosamente di aver scritto parole sbagliate in merito alle elezioni comunali del maggio scorso. E quella sera, ad essere minacciata e intimidita, è stata tutta la Calabria onesta. Quella Calabria convinta che le feste di paese debbano essere di tutti e non di chi le ha finanziate. Che è convinta che ballare la tarantella debba essere un momento di gioiosa e non un simbolico e strumentale uso delle tradizioni popolari per manifestare oppressione e sopraffazione. Proprio per questo motivo l’ Osservatorio sulla ‘ndrangheta ha deciso di prendere parte al processo: affinché le forze dell’ordine e la Magistratura facciano piena luce su quanto accaduto, individuando e punendo gli aggressori e il marcio contorno che li ha alimentati”.