Tre storie per raccontare tre anni di Ciavula

Tre storie per raccontare tre anni di Ciavula

Hudea è una bambina siriana che nel 2015 aveva quattro anni. Ho dedicato alla sua storia il mio primo articolo per Ciavula e, forse per questa ragione, le sono idealmente affezionato.
Tre anni fa è diventata virale una foto in cui la piccola veniva immortalata mentre, terrorizzata, alzava le mani in segno di resa alla vista di un teleobiettivo, scambiandolo per un’arma da fuoco.
Quella delle armi e della guerra era l’unica realtà che la bambina avesse mai conosciuto, l’unica prospettiva da cui avesse mai potuto guardare il mondo.
Non so che fine abbia fatto Hudea, né se sia riuscita a salvarsi da quella fabbrica di morte che è la guerra in Siria, ma spero che oggi abbia trovato la forza e la voglia di sorridere, guardando a ciò che di bello c’è nel mondo con occhi pieni di vita e privi di paura.

Aylan aveva tre anni quando nel 2015, a seguito del naufragio di alcune barche siriane davanti alle coste turche, è stato ritrovato privo di vita tra le onde. Tre anni sono troppo pochi per conoscere le ragioni che lo hanno portato a morire prima ancora di iniziare davvero a vivere; troppo pochi per distinguere il benessere dalla disperazione; troppo pochi per dividere il mondo in “casa nostra” e “casa loro”.
Ho parlato di lui in un articolo su Ciavula.
Aylan rappresenta le vittime innocenti cui non è stata concessa alcuna possibilità, cui è stato negato il diritto all’esistenza. Ha trovato la morte in mare e non ha mai avuto un posto nel mondo; proprio per questo voglio ricordarlo.
Anas al-Basha aveva ventiquattro anni quando, nel 2016, è stato ucciso durante un bombardamento ad Aleppo, in Siria. Lavorava per l’associazione “Space For Hope”: faceva il clown, per cercare di regalare sorrisi e speranza a bambini circondati da distruzione e morte.
La sua famiglia aveva lasciato la città da molto tempo a causa della guerra, ma lui aveva deciso di restare a contatto con la morte per scorgere la vita negli istanti di spensieratezza regalati ai giovani grazie ai suoi spettacoli.


La storia di Anas mi ha profondamente colpito e ne ho parlato in un articolo scritto per Ciavula, in quanto sono convinto che gli esempi positivi debbano ricordati e raccontati.
Esistono diversi modi per essere eroi, moto spesso la scelta è soltanto nostra.
Anas al-Basha, il clown che regalava speranza, ha scelto di esserlo
Oggi Ciavula compie tre anni: tre, come le storie che ho scelto di ricordare; tre, come i nomi che ho voluto riportare alla memoria: Hudea, Aylan e Anas.
Storie e nomi di giovani che appartengono alla categoria degli ultimi, i quali quasi sempre rimangono inascoltati e finiscono per essere dimenticati.
Proprio per questo desidero restituire loro, attraverso la forza delle parole, la dignità, il rispetto e l’attenzione che meritano. Se scrivere può servire a qualcosa, mi piace pensare che serva a questo.
È pensando a Hudea, Aylan e Anas, e alle tantissime persone che si siano trovate a vivere o morire in condizioni drammatiche come la loro, che voglio celebrare l’anniversario della nascita di Ciavula.
Auguri Ciavula, e grazie per avermi dato la possibilità di esprimere la mia opinione in merito ai più svariati argomenti, consentendomi così di raccontare una parte di me.

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