Lo sfogo di un cittadino cauloniese in seguito all’incontro pubblico dell’Officina delle Idee

Riceviamo il seguente sfogo di un cittadino cauloniese che chiede di restare anonimo ma di cui conosciamo l’identità

Il 21 marzo, l’officina delle idee ha tenuto un incontro pubblico a Caulonia centro, un incontro direi abbastanza partecipato ma visto come si stanno muovendo le cose attorno a noi, qualche altra presenza non avrebbe guastato.

In questo incontro si è discusso non solo del bilancio comunale ma anche dei vari problemi che interessano il nostro comune e quindi noi stessi ; si è discusso delle scuole che rischiamo di perdere (naturalmente solo a Caulonia Centro), si è discusso dei consigli comunali che non vi sono da parecchio tempo, dell’indifferenza degli amministratori verso i cittadini e così via.

Solitamente questi incontri, compreso questo, con i membri dell’officina delle idee (gli unici che si aprono al dialogo con i cittadini e ci permettono di dire la nostra) si svolgono nella massima trasparenza, semplicità e confronto, proprio per questo la cosa che mi ha fatto riflettere, è stata la NON PARTECIPAZIONE DEI GIOVANI E DI MOLTI GENITORI che rischiano non solo di veder andar via i loro figli ma di non poter garantire ad essi una stabilità economica e culturale. Possibile che non vi sia un minimo interesse nel vedere questo paese morire sempre di più? Possibile che a venti anni dobbiamo solo pensare di avere un futuro lontano da questo paese? Possibile che tutta questa indifferenza non ci pesi sulle spalle?
Io penso che se almeno vogliamo provare a cambiare qualcosa non dobbiamo aspettare che siano gli altri a parlare per noi, ma che dobbiamo iniziare a muoverci non solo per noi stessi, ma anche per i nostri fratelli più piccoli e per chi per vari motivi non riesce a farlo. Mi auguro con tutto il cuore che possiamo aprire gli occhi e vedere realmente ciò che succede al nostro paese.
Il dialogo, il confronto, la lealtà sono elementi essenziali per l’unione e il bene di una comunità, non dovremmo permettere che vengano calpestati così.