Il Direttore di Ciavula dalla Costa Rica racconta la storia del tucano Grecia
Mentre muovo dalla Meseta Central verso la costa caraibica meridionale della Costa Rica, in un viaggio di neanche 100 km che però, a causa dei tempi latinoamericani e delle strade tortuose che si fanno largo nella selva diventa lungo troppe ore, dal finestrino vedo solo la natura di quest’isola che possiede una straordinaria biodiversità con oltre 120mila specie di piante vascolari e il maggior numero di specie animali per chilometro quadrato.
Ogni tanto una casa nel verde, tra una piantagione di banane e la foresta più fitta.
Questa piccola isola, grande un sesto dell’Italia, è nota per avere abolito l’esercito e per essere grande esportatrice di ottimo caffè.
Ma è molto di più. Secondo diversi studi ed indicatori pare che sia il posto più felice del mondo. Rispettando il proprio ambiente la Costa Rica è riuscita a divenire un paradiso per gli amanti della natura ed attira turisti da ogni dove. Purtroppo il riscaldamento globale ha già ucciso la metà della barriera corallina caraibica ma dalle spiagge del mar dei Caraibi a quelle dell’oceano Pacifico passando per i vulcani e i fiumi, per i visitatori c’è solo da fare i conti con l’imbarazzo della scelta e, almeno per il sottoscritto, col poco tempo a disposizione.
Mentre nella civile Europa in molti stati è ancora consentito fumare nei ristoranti e nei locali pubblici, in Costa Rica è proibito persino fumare all’aperto, nelle piazze e nei parchi.
Dovunque si sensibilizza al rispetto degli animali e dell’ambiente.
Una storia emblematica è quella del tucano Grecia. In Costa Rica esistono sei specie di questo uccello dal grande becco tipico della foresta pluviale. Uno di questi tucani ha subito una menomazione terrificante, frutto della malvagità dell’uomo: gli è stato spezzato il becco superiore. Il povero uccello era condannato alla morte eppure, attraverso un enorme sforzo economico e medico, grazie ad una equipe internazionale di scienziati, si è riusciti a costruirgli una protesi su misura che oggi lo fa vivere e mangiare, seppure in cattività.
Oggi Grecia si trova nel Parque de conservacion de Vida Silvestre Rescate Animal Zooave, insieme a decine di uccelli (anche rapaci) menomati dall’uomo e che in natura non sopravvivrebbero. Allo Zooave vengono curati e rimessi in libertà tutti gli animali per i quali è ancora possibile avere una vita autonoma. Per gli altri, bisognosi di assistenza come Grecia, non resta che restare nel parco.
La storia di Grecia e degli altri animali è in qualche modo emblematica di un paese che vuole tutelare il proprio ambiente, avendo ben compreso che anche da quello può passare lo sviluppo economico e una vita più felice.
Lo ha capito anche il gestore dell’ostello in cui ho pernottato ad Alajuela, che ogni giorno mette un piatto di banane e papaya sul balcone, per gli uccelli che vogliono mangiare. “È più bello avere le giornate allietate dal canto degli uccelli – dice – e quando vengono qui a mangiare non dimenticano di cantare un pò, per la gioia mia e dei miei ospiti”.