Uniamo le due Gioiosa, costruiamo un unico grande comune

Uniamo le due Gioiosa, costruiamo un unico grande comune

Il tempo è ora, il tempo è arrivato.

Ne abbiamo già scritto qualche tempo fa (clicca QUI), ne scriviamo ancora oggi: Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica meritano di unirsi in un’unica grande comunità politico-amministrativa, meritano di fondersi in un comune unitario che sappia parlare a tutto il territorio comprensoriale. La grande Gioiosa può e deve essere l’impegno politico di domani, la visione del futuro.

Abbiamo sostenuto con grande convinzione il progetto dell’Unione dei Comuni della Valle del Torbido, etichettandolo e indicandolo come una delle rarissime innovazioni politiche partorite dal nostro territorio , troppo di sovente eccessivamente impigrito e subalterno. Quel progetto, però, ha dimostrato di non avere in sè la forza per andare avanti, di non possedere la capacità interiore di sviluppare concretamente tutte le sue potenzialità: troppi campanilismi, troppe rendite di posizione, troppe pastoie burocratiche. L’Unione è ferma da almeno un paio d’anni, nè si comprende quale orizzonte immediato possa darle forze ed energìa per ripartire con efficacia.

Anche e soprattutto per questo, le due Gioiosa hanno l’imperativo di pensare in termini strettamente unitari il proprio percorso evolutivo, mettendo in cantiere la grande visione della fusione dei due comuni. Serve un upgrade, un balzo in avanti, la proverbiale “mossa del cavallo” per sparigliare una situazione di stasi conservativa.

Mettiamo nel conto ogni obiezione e ogni contraddizione: le gelosie autonomiste e municipaliste, la differente estrazione storico-culturale di una parte delle due popolazioni residenti, la zavorra di una comunicazione e di una connessione che raramente hanno saputo unificare le due Gioiosa. Mettiamo nel conto questo e anche tanto altro: ma nulla può impedire di immaginare un futuro ambizioso e innovativo, di indicare una grande prospettiva politica che costituirebbe un passaggio storico per l’intero comprensorio.

Basta alzare lo sguardo oltre il nostro ristretto orizzonte quotidiano e spaziale per assistere al moltiplicarsi dei tentativi di fusione, anche di più comuni: l’ultimo caso esemplificativo, volendo rimanere alla nostra Calabria, è quello di Corigliano-Rossano; prima ancora, ecco la costituzione del nuovo comune di Casali del Manco (fusione di: Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo, Trenta).

La motivazione, e non è cosa di poco conto, è di natura soprattutto economica. Negli ultimi anni, il legislatore italiano ha deciso di incentivare concretamente le fusione fra comuni, destinando risorse e prerogative in quantità considerevole. L’obiettivo è andare oltre una concezione minimale degli enti locali, superando i soli elementi costitutivi della popolazione residente e del territorio di competenza; l’obiettivo è quello di costruire nuove entità amministrative in grado di fornire, per consistenza quantitativa e organizzazione qualitativa, servizi pubblici sempre più articolati e sempre più all’altezza della situazione.

Il primo incentivo, quello più significativo, è rappresentato dai contributi straordinari statali erogati per dieci anni successivi alla costituzione del comune nato da fusione. La Legge di Stabilità, per l’anno 2017, ha stabilito che questi contributi straordinari ammontano al 40% dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010, nel limite degli
stanziamenti finanziari previsti e comunque in misura non superiore a 2 milioni di euro. A questo incentivo, se ne possono aggiungere altri che riguardano l’allentamento del patto di stabilità interna e la maggiore capacità di indebitamento del comune nato da fusione o anche il supporto finanziario della Regione Calabria (così indica chiaramente la legge regionale 15/2006).

Ovviamente, non di solo denaro deve trattarsi, poichè una fusione di comuni può vivere soltanto in presenza di una pur minima condivisione sociale e culturale: non casualmente, la normativa prevede l’obbligo di un referendum popolare (che sanzioni formalmente e dia legittimità democratica alla fusione) e la possibilità di mantenere municipi distinti (in rappresentanza delle comunità originarie) all’interno del neonato comune. Di certo, una grande Gioiosa costituirebbe un’entità politico-amministrativa di grande forza e di grande impatto, potrebbe programmare con maggiore efficacia complessiva il proprio sviluppo futuro.

Gioiosa – unica e unitaria – ha tutte le potenzialità per sviluppare un percorso e una dinamica di questo tipo. Parliamo di due comunità che insistono su un territorio complementare e storicamente collegato (dalla rupe dell’antica motta gioiosana alle coste marine) e con la stessa dimensione demografica (la differenza fra le due popolazioni è minima). Potenzialità che possono diventare fatto reale soltanto se vi è una dimensione pubblica e politica a maneggiarle con cura.

Alla situazione odierna, vi è purtroppo un margine importante fra Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica: la prima prossima alle convulsioni positive di una competizione democratica per il rinnovo deglli organi di governo locali, quindi reattiva ad una discussione di merito sull’ipotesi fusione; la seconda, invece, vittima delle convulsioni negative di uno scioglimento per collusioni mafiose e di un commissarriamento a-democratico che non producono, per lo oro stessa natura, alcuna seria contesa politico-culturale.

Tuttavìa, discutere pubblicamente si può e si deve, perchè il progetto fusione è elemento di innovazione che merita l’attenzione della politica e della società locali. Ai candidati sindaci di Gioiosa Ionica chiederemo direttamente di esprimersi, nelle prossime settimane, in modo chiaro: sostengono l’idea di una sola grande Gioiosa? intendono muovere passi concreti verso il progetto di fusione? E ugualmente faremo verso l’opinione pubblica di Marina di Gioiosa Ionica, fatta di pezzi di società che non rinunciano ad immaginare il futuro democratico della nostra cittadina. Il 2018, questo il nostro auspicio, sia l’anno di avvio del percorso di fusione, il primo passo di un lungo e anche complicato tragitto unitario.

E allora auguri a tutte le Gioiosa, auguri a tutti i gioiosani. Senza altri aggettivi e senza altre distinzioni.

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