Infine il temuto atto amministrativo è arrivato. Il Comune di Caulonia, con atteggiamento schizofrenico voluto da frange del Partito Democratico da sempre polemiche con le modalità di praticare l’accoglienza dei migranti, si sta assumendo interamente la responsabilità di fare perdere il lavoro ad oltre trenta cauloniesi.
Ma andiamo con ordine.
L’Associazione “Caulonia 2.0” ottiene il finanziamento dall’Unione Europea per praticare l’accoglienza di 50 minori stranieri non accompagnati. Si decide di accogliere i minori anche nella frazione di Ursini, in due edifici pubblici in disuso, prima utilizzati come scuole.
Il Sindaco Ninni Riccio nell’estate del 2016 autorizza l’utilizzo degli immobili, per i quali l’Associazione si impegna a versare al Comune di Caulonia la somma di 8.500 euro come canone di locazione.
Questa decisione viene ratificata con una delibera da una striminzita giunta comunale poco prima delle elezioni, il 22 maggio di quest’anno. Presenti Riccio, Sorgiovanni e Commisso. Assenti Belcastro e Cavallo.
Grazie a quel progetto di accoglienza 50 minori soli trovano un tetto ed oltre trenta ragazzi e ragazze di Caulonia trovano un lavoro e una fonte di reddito.
Poi Caulonia va al voto, elegge un nuovo Sindaco e le cose cambiano.
Il 26 giugno la nuova giunta composta dal sindaco Belcastro, dal vicesindaco Campisi e dagli assessori Tucci, Cavallo e Dimasi revoca la concessione dei locali, bloccando di fatto l’attività della struttura che a questo punto rischia di licenziare tutti i lavoratori e di trasferirsi in un altro paese, facendo perdere un indotto da 2 milioni e 100mila euro che ricadrebbe in larga parte sulle attività commerciali del paese. E con l’ulteriore rischio che l’associazione, potendo perdere il finanziamento a causa del ritiro dei locali da parte del Comune, si rivalga per cifre enormi sull’ente.
In ogni caso è evidente la miopia di una classe dirigente che invece di difendere il proprio territorio e i propri concittadini contribuisce a distruggere un’opportunità lavorativa così importante.