MERCATINO DELL’ARTIGIANATO A GIOIOSA IONICA: LA FORZA DELLA TRADIZIONE
A partire dalle nove di questa mattina in piazza Vittorio Veneto a Gioiosa Ionica si è tenuta la seconda edizione del mercatino dell’artigianato, organizzato dall’associazione femminile Arte e Tradizioni con il patrocinio del Comune e la collaborazione di diverse associazioni della Consulta di Gioiosa Ionica.
L’aria che si respira in queste occasioni è sempre particolare. La sensazione è quella di camminare per le strade di un tempo lontano, diverso da quello contemporaneo, fatto di smartphone e frenesia. Gli odori del mercato domenicale si uniscono ai colori del mercatino che le donne gioiosane hanno deciso di organizzare, dopo aver fondato a dicembre la loro associazione Arte e Tradizioni.
Ciascuno dei venti stand racconta una storia. Brillano nel sole le creazioni in vetro di Sharon, gli oggetti in ceramica, le pietre dipinte, i gufi in tessuto, ogni opera d’arte, perché di questo si tratta, sembra chiedere di essere osservata, anche solo per un attimo.
Più avanti c’è il signor Antonio che mi parla delle sue creazioni in legno, ci sono dei piccolo aratri, i “panari, alcuni dei quali hanno perso la loro funzione originaria e, grazie all’inventiva, sono diventati dei lampadari, poi ci sono dei cilindri in canna di bambù, aperti da entrambi i lati, che servivano, mi spiega Antonio, quando si raccoglieva il grano a mano per far scorrere le spighe fra le dita senza farsi del male.
Accanto a lui i colori delle conserve e più avanti gli oggetti in carta riciclata, in latta, poi la bigiotteria e i dipinti di Carmela, oggetti d’antiquariato e coloratissimi tappeti lavorati al telaietto.
All’altro angolo della piazza incontro la presidentessa dell’associazione Arte e Tradizioni, Antonella Nizzardo, che mi spiega il perché di questa iniziativa, che non sarà l’unica, dato che l’idea è di riproporla una volta al mese. Ciò che le anima è il bisogno di far conoscere e mantenere vive le tradizioni artigianali della locride. Mentre lei parla, davanti a me vedo ricami a mano e il pizzo al tombolo della signora Giulia.
Tante donne con tante idee e tanto talento, tutto insieme, tutto a Gioiosa.
Continuo a guardarmi intorno e la mia attenzione è catturata da un telaio fermo lì, all’angolo della piazza. Il maestro Giuliano Ienco intuisce la mia curiosità e inizia a raccontarmi una storia, la nostra storia. Mi dice che ha fatto rivivere la tradizione di allevare i bachi da seta, mi indica un filo e mi dice che quello lo ha filato lui a mano, come si faceva nel Settecento; poi di seguito mi mostra uno scampolo e mi dice che è di ginestra e mi spiega che negli anni Quaranta i vestiti che si indossavano spesso erano di questo tessuto. Dopo poco inizia una dimostrazione pratica di tessitura al telaio tradizionale. I suoi gesti sembrano di un tempo lontano, lontanissimo.
Una bimba lo guarda affascinata, altri, con i volti colorati ballano al suono degli jambè dei “Kunta Kinte”, il gruppo musicale composto dei beneficiari dello Sprar di Gioiosa.
Tradizioni e passioni a confronto.
Iniziative di questo tipo, penso, dovrebbero essere organizzate sempre e dovrebbero vedere una partecipazione massiccia, perché dietro ogni punto di quel ricamo, dietro ogni pennellata, dietro ogni singolo oggetto, c’è moltissimo lavoro, c’è dedizione, c’è passione; tutto questo ci consente di entrare in contatto con la nostra tradizione, la nostra storia, che, in fondo, è quello che ancora siamo.