Spanò: Lettera all’assemblea dei Sindaci
L’Assemblea dei Sindaci convocata per Mercoledì 17 maggio 2017 presso il comune di Siderno,deve tentare di dare risposte vere alle necessità ormai storiche della Locride,che continua ad essere isolata e sempre più marginalizzata.
Le nostre risorse storico-archeologiche e paesaggistiche (mare e Monti) che poche realtà hanno che vedono la concentrazione di un grande patrimonio culturale ancora poco valorizzato non hanno ancora potuto dare slancio a un nuova economia di rilancio del territorio.
Non credete che le politiche sinora seguite siano state sbagliate? PURTROPPO ANCORA NON hanno saputo innescare un processo di SVILUPPO dal basso,il solo che metta radici, solido che possa aprire nuovi spazi OCCUPAZIONali per i giovani, rilanciare il terziario turistico e le attività produttive ad esso connesso.
Semmai la politica dovrebbe aiutare questo processo,ma sinora non è stato così!
Non è forse la politica sino a qui seguita, che è fallita? Sono fallite tutte le ricette della destra,sono fallite tutte le ricette della sinistra; è fallito il ceto politico che le ha promosse e interpretate. Quel ceto che fa solo “tanto rumore per nulla”e che si mobilita come non mai solo in campagna elettorale per rioccupare scranni,usando tutti i mezzi,spesso al limite ed oltre il lecito come tante inchieste giudiziarie hanno dimostrato.
Indaghiamone i motivi di questo enorme paradosso di una terra,la Locride, che vede: da una parte la presenza di una grande miniera d’oro quale è il patrimonio culturale unico e di altissimo valore, con una comunità accogliente,pacifica,ma ancora purtroppo passiva e in perenne attesa di un cambiamento,che è illusorio pensare che arrivi da fuori, e dall’altra una condizione perenne di abbandono,isolamento, emarginazione del territorio con un deficit strutturale di strade e ferrovie, di collegamenti , che limitano la mobilità o che la rendono molto difficile e non idonea ad uno sviluppo sostenibile e duraturo.
Cosa ha fatto sino ad ora la politica! Forse sarebbe il caso che i sindaci ed il ceto politico e Amministrativo Calabrese e Locrideo faccia almeno una profonda autocritica,senza la quale sarà difficile pensare ad una svolta vera. In caso diverso, come minimo dovrebbe mettersi da parte per i danni arrecati ,per una quantità notevole di risorse sprecate e dilapidate in mille rivoli inconcludenti.
Diteci di chi è la colpa di questo stato di cose, tentate almeno di fare una analisi seria una volta per tutte e non perdete altro tempo a giocare solo a scaramuccie per conquistare posizioni e incarichi. Vi consiglio di guardare al modello Puglia che partiva da una condizione simile alla Calabria e che ha saputo negli ultimi venti anni compiere il balzo e gareggiare con la riviera adriatica in fatto di turismo,che ha poi rilanciato l’agricoltura , offrendo al mercato interno a chilometro zero i prodotti tipici e facendo fare un grande balzo in avanti nella valorizzazione dei beni culturali. La cultura crea posti di lavoro e fa economia, invece da noi è solo occasione per qualche piccolo progetto per sistemare spesso le solite clientele elettorali e gli enturage dei politici regionali o dei sindaci e via di seguito.
Cambiate il paradigma del vostro modo di operare oppure dichiarate fallimento: la gente non ne può più di una assemblea dei sindaci inconcludente sinora impantanata in discussioni a dir poco barocche e lontane dalle esigenze del territorio e della sua popolazione.
Mi corre l’obbligo come Consigliere Comunale di uno dei paesi della Locride, di segnalare all’assemblea dei Sindaci della Locride lo stato di stagnazione grave in cui versa il territorio della Locride-costa dei gelsomini e con esso il gravissimo disagio sociale della sua popolazione ed in particolare dei giovani che soffrono di una storica situazione di emarginazione mancando di opportunità di sviluppo legate ad una sana e legale economia.
Come sapranno, anche per la loro conoscenza diretta della Calabria e della costa dei Gelsomini-Locride in particolare, questa parte della Calabria è segnata da una storica diciamo così “disattenzione”dei governi centrali e regionali da svariati decenni . Sicuramente conoscerete bene i dati economici e sociali che caratterizzano il territorio: l’emarginazione economica per dirla in semplicità e i bisogni sociali delle sue popolazioni da decenni insofferenti a conferma che se “Cristo si è fermato ad Eboli” io aggiungerei che ci ha regalato: un patrimonio di bellezze invidiabili e rare,un paradiso di bellezza che sta solo li ad aspettare le opportune valorizzazioni.
Sottopongo alla loro attenzione alcuni dati significativi:
1, la disoccupazione giovanile e femminile in particolare tocca punte dal 50 al 60% e non si vedono ad oggi prospettive o progetti seri in grado di aggredire queste percentuali socialmente disastrose.
2. il settore economico della pmi –artigianato e del terziario in generale ha visto chiudere il 35% delle attività, dato negativo in paurosa crescita; a fronte di un maggior sfruttamento del mercato del lavoro reso schiavistico ed illegale di cui solo una piccola parte è emersa alle cronache, con le conseguenze immaginabili sul piano sociale .
3. L’agricoltura segna il passo in maniera disastrosa all’interno della quale cresce paurosamente il “lavoro schiavistico” che non può più essere tollerato e va stroncato decisamente con gli opportuni e severi controlli e nel contempo vanno aiutate le aziende sane e produttive. Il turismo non decolla,resta solo relegato a poche settimane!
4. E’ ripreso con preoccupazione l’esodo di tanti giovani laureati,diplomati, non solo verso l’Europa e la Germania in particolare, ma anche verso paesi lontani come l’Australia. Un esodo che impoverisce le capacità culturali di una possibile ripresa in quanto i migliori cervelli abbandonano il territorio forse per sempre.
5. Il comparto turistico necessità di infrastrutture di base (strade e ferrovie e collegamenti aereo-portuali stabili e più decenti) o resta al palo e prossimo al collasso.
L’elenco sarebbe ancora lungo, ma è sufficiente il grido di allarme che a loro porgo facendomi interprete delle sofferenze sociali di questo territorio. Facciano le Istituzioni i passi necessari ad invertire la rotta, qui si rischia di passare dal sottosviluppo al terzo mondo,restare definitivamente marginali, con la rottura degli equilibri sociali e democratici.
Mi permetto di richiamare alle loro intelligenze, l’attenzione su alcuni possibili interventi nella programmazione; interventi che potrebbero dare “ fiducia” al mercato ed agli investimenti privati nel campo agricolo, del terziario avanzato e nel comparto ricco dei giacimenti culturali, la vera e prossima scommessa su cui la locride e la Calabria debbono puntare sapendo che senza infrastrutture non c’è possibilità di sviluppo:
• Il problema della viabilità stradale e ferroviaria che va affrontato con celerità e profondità. Le due importanti e uniche infrastrutture della Jonica da Reggio a Catanzaro e da qui a Taranto sono rimaste ancora per molti tratti ai tempi di Mussolini; mi riferisco soprattutto al tratto ferroviario Reggio Taranto e alla carreggiata della 106 soprattutto il tratto Jonico da Monasterace a Soverato. Inoltre riattivare i treni per Milano Torino e Genova,come un tempo,permetterebbe e faciliterebbe l’arrivo di un turismo non solo casereccio e di breve durata degli immigrati che rientrano per qualche settimana,ma di un turismo culturale dall’Europa e dal nord d’Italia che viene stressato dai disservizi pubblici a tutti i livelli e che non ritorna mai più.
• Dunque investimenti rapidi nella viabilità stradale e ferroviaria,dove andrebbe costruito il secondo binario ed elettrificata la rete (o noi non siamo Italia come avviene altrove per l’alta velocità). Accorciare in questo modo le distanze e i tempi di percorrenza infiniti . Una rivoluzione nei trasporti pubblici; ne gioverebbe tutto il comparto del turismo e del terziario in generale,aiuterebbe una maggiore e migliore mobilità delle persone innescando così economie e sviluppo. Infine da non dimenticare che questi interventi servono anche socialmente per azzerare i costi sociali per i tanti morti della 106 ormai nota tristemente come “strada della morte” per i numerosi incidenti mortali che di anno in anno si verificano tristemente.
Ne si tirino fuori statistiche o discorsi sull’antieconomicità della linea ferroviaria, come hanno fatto certi intellettuali da strapazzo al soldo di qualcuno,perché questa visione nasconde logiche interessate, giochi di potere che hanno finito per favorire il trasporto di lobby private su gomma, notevolmente più costoso e insostenibile sul piano dei costi sociali,di cui la popolazione ne è la vera vittima.
Dunque le infrastrutture stradali e ferroviarie unite alla valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale e finanziamenti veri a progetti mirati, rappresentano il nuovo paradigma dello sviluppo non solo per la Locride ma per l’intera Calabria, grazie
Auguri e buon lavoro
Il Consigliare Comunale
Comune di Monasterace
(Antonio Palmiro Spanò)
CATEGORIES cultura e società