Cinquefrondi, questa sera “INTRA A’ MEDEA”
INTRA A’ MEDEA
di Marano Germano e Daiana Tripodi
con Daiana Tripodi
Musiche Mattanza
Costumi Umay Kuo
Mercoledi 4 Gennaio ore 21.00
Cena con Spettacolo
Un percorso,un cammino tortuoso alla ricerca di quei suoni viscerali dell’animo umano, che solo una donna, ferita nel suo orgoglio può possedere.
Un viaggio, interpretato nella lingua originaria dell’attrice, il calabrese (perché alcune cose, a volte sussurrate, perchè non si possono ascoltare, a volte urlate, perchè devono essere ascoltate, si possono dire solo se ti appartengono fino in fondo) alla scoperta dell’io più profondo dell’essere donna, dell’essere madre.
Vive e respira una Medea che resta; ferma, anche quando le sue azioni, che scandalizzano il mondo intero, dovrebbero quantomeno turbarla.
“Comu pozzu jeu jettari sangu! Jeu Medea, figghia di re!!!”
“Il lavoro su “Intra a’ Medea” nasce dall’esigenza di esplorare i temi forti del mito di Medea, sempre eterni, ricercandoli nel linguaggio più sentito e vicino a me, quello con cui ho più familiarità… mi è stato detto: “perché devo venire a vedere questa Medea? Cos’ha di diverso da tutte le altre Medee…?”
Ovviamente non so dare una risposta precisa a questa domanda…
Quello che so è che questa è la MIA MEDEA.”
Il tema principale è quello dell’orgoglio, l’orgoglio femminile, che quando si innesca è come una bomba, una bomba che fa poi esplodere diversi altri sentimenti… La rabbia, che non trova pace in un corpo femminile ferito nell’orgoglio… La vergogna, che le è stata procurata per mano altrui, e che ella stessa si procura compiendo il gesto estremo, che pensava potesse renderla libera, libera proprio dalla vergogna..
Il dolore… troppo grande, troppo pesante da poter essere sopportato… La voce di questa Medea è un’esplosione di tutti questi sentimenti.. che non si rassegnano in un corpo ferito dall’orgoglio…. Prendendo spunto dai testi di Euripide, Heiner Müller, Christa Wolf, ho riscritto con mie parole la storia di questa donna, donna che diventa Mito, donna che è soprattutto una Donna, uguale e diversa a tutte le altre donne… Le musiche originali sono dei “Mattanza”: a caratterizzare i Mattanza è l’irresistibile crocevia di suoni e liriche che attingono alla tradizione popolare calabrese con tutta la potenza della saggezza antica, ma con la freschezza di una nuova concezione musicale.
‘Sti mani i stringia a pugni, toccai feriti, i ffundai ‘ntra i capidi cauddi d’i figghioli mei…”
Daiana Tripodi
Frequenta la scuola di teatro Macro Maudit, a Milano, dal 2003 al 2005 e approfondisce la sua formazione diplomandosi, nel 2010, presso la School after Theatre scuola triennale internazionale per registi, attori e insegnanti professionisti, diretta da Jurij Alschitz (GITIS, Mosca). Dal 2003 a oggi ha preso parte a numerose produzioni teatrali, collaborando con Alessandro Castellucci, Domenico Pantano e lo stesso Jurij Alschitz. Inoltre da anni è protagonista di numerosi spot pubblicitari tra cui: Barilla, Visa, Sky… e cortometraggi tra cui “E le stelle stanno a sparare”, tratto dallʼomonimo racconto di A.G. Pinketts. Dal 2010 collabora con lʼassociazione culturale Har baje occupandosi di teatro di prosa e teatro per lʼinfanzia.
CATEGORIES cultura e società
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