Dalle carte di un’inchiesta dell’Antimafia di Reggio emerge che nella “capitale” dell’Oltrepo pavese la cosca Ferrentino-Chindamo nel 2015 puntava sul candidato Rocco Marano, in sostegno al centrodestra. Lui nega: “Conosco gli arrestati, ma con loro solo incontri casuali”. Dopo un risultato contestato, la città torna alle urne. Con preoccupazione
di Fabio Abati
Le mani della ‘ndrangheta sulle ultime elezioni comunali nella capitale dell’Oltrepo pavese, Voghera. E’ lo scenario ipotizzato in uno dei filoni dell’indagine dell’operazione Lex, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e che lo scorso 3 novembre tra arrestati e indagati in tutta Italia ha coinvolto 42 persone e colpito la cosca dei Ferrentino-Chindamo, che da Laureana di Borrello (Rc) estendeva le proprie maglie in diversi territori, Vogherese compreso.
Qui, secondo i magistrati della Dda reggina, la cosca avrebbe scelto un preciso candidato da votare alle elezioni comunali della primavera del 2015. Le carte lo indicano in Rocco Morano, 46 anni, nato a Taurianova, non indagato. Intervistato dal quotidiano La Provincia Pavese, Morano nega qualsiasi coinvolgimento. “Forse mi hanno chiamato in causa perché calabrese, ma non credo che questa possa essere considerata una colpa” dice al cronista locale per poi aggiungere: “Ma sono pulito e non ho mai avuto problemi con la giustizia”. Alla domanda poi se conoscesse qualcuno degli arrestati nell’operazione Lex, Morano risponde: “So chi sono i Dimasi e i Ferrentino, come praticamente tutti i calabresi che abitano a Voghera. Ma le mie frequentazioni con loro si limitano a qualche caffè al bar preso durante incontri casuali in giro per la città. Non so davvero come mai il mio nome compare nelle carte dell’inchiesta di Reggio”.