Ci sono diversi modi per essere eroi, per meritare di essere ricordati. In guerra, spesso gli eroi sono quelli che non imbracciano armi e non arrecano dolore, ma infondono agli altri la speranza di una prospettiva diversa e migliore. Anas al-Basha lavorava per l’associazione Space for Hope (Spazio per la Speranza) e faceva il clown ad Aleppo, in Siria, cercando di regalare sorrisi e serenità a bambini circondati da morte e distruzione. Anas aveva ventiquattro anni, è stato ucciso martedì scorso durante uno dei tanti bombardamenti che hanno reso Aleppo un vero e proprio cimitero a cielo aperto. La sua famiglia aveva lasciato la città da molto tempo a causa della guerra, ma lui aveva deciso di restare a contatto con la morte per scorgere la vita negli istanti di spensieratezza che regalava ai giovani grazie ai suoi spettacoli. Era questo il suo modo di essere eroe, era questo il suo modo di invitare a restare umani in un contesto di disumana crudeltà. L’amorevole forza del gioco e di una parrucca da clown in opposizione a quella fredda ed assassina delle armi. Anas non riceverà medaglie o riconoscimenti, ma scriverne è doveroso perché in certi casi è necessario fermarsi, per riflettere o indignarsi. Gli esempi positivi meritano di essere ricordati e raccontati. Ci sono diversi modi per essere eroi: molto spesso la scelta è solo nostra. Anas al-Basha, il clown della speranza, ha scelto di esserlo.