La peculiarità dell’estate, soprattutto nei piccoli paesi come il nostro, è quella di riuscire a restituirci un po’ di noi stessi, del nostro tempo, della nostra libertà. Ogni estate è caratterizzata da abitudini che, nel loro ciclico ripetersi, ci identificano e ci appagano. In fondo basta poco: un bar (magari sempre lo stesso, per sentisi a casa) o qualsiasi altro luogo di aggregazione, la voglia di condividere e, soprattutto, le persone con cui farlo. Quelle persone che durante l’anno a causa dei reciproci impegni vediamo poco, ma su cui sappiamo di poter contare perché fanno parte della nostra esistenza da sempre, e di cui comunque abbiamo bisogno, in quanto ritrovarle significa ritrovarci. Tra le abitudini estive, quella a cui sono più affezionato è attendere l’alba del giorno dopo in compagnia, andando a dormire dopo aver salutato il sole che fa capolino dal mare. È questo il modo migliore per vivere pienamente certe notti: quelle che vorresti non finissero mai, che ti lasciano col fiato corto perché hai ballato o riso troppo. O sei rimasto a chiacchierare per ore con un amico o un’amica, consapevole che le conversazioni notturne siano per qualche ragione le più vere, le più profonde, capaci di far venir fuori ciò che neanche la luce del sole riesce a mostrare di noi. Quando il buio della sera cede il posto alle prime luci del nuovo giorno, quel che conta è guardarsi attorno, scrutare il volto di chi ci siede accanto, e assaporare quegli istanti di pura gioia. Cosa c’è di più bello di questo? Nessuno può sapere come andrà l’estate successiva, e forse non è importante saperlo, così da essere liberi di custodire la speranza che certe notti d’estate, nella loro magica ritualità, restino quel vizio a cui non dover mai rinunciare. Quanto scritto potrebbe apparire un superfluo slancio emotivo dettato dalla malinconia che accompagna l’imminente arrivo di settembre, e forse in parte lo è. L’auspicio, però, è quello di trasmettere a chi legge sensazioni tanto soggettive quanto collettive ed universali. Se ho modo di scriverne, ad ogni modo, è solo grazie a chi da sempre dell’estate vive con me ogni giorno, ogni notte, in attesa di una nuova alba da condividere.