Non esiste alcuna festa come quella di San Rocco
San Rocco è oggi la festa patronale più importante di tutta la Locride. Per la potenza estetica ed antropologica delle manifestazioni religiose, per la qualità complessiva del programma civile, per il numero e la durata delle iniziative, per la partecipazione popolare, per i suoni ossessivi e i colori immaginifici.
La crescita esponenziale degli ultimi anni è evidente a tutti, un dato praticamente inconfutabile: bastava fare un giro a Gioiosa negli ultimi giorni, per captare l’aria inebriante che vi circolava e per annotare il pieno coinvolgimento nel divenire della Festa. O, magari, basta ammirare le numerose foto che raccontano l’appuntamento annuale con San Rocco, a partire dal lavoro infaticabile e preziosissimo della pagina facebook “GIOIOSA IONICA” a cura del bravissimo Luciano Linares (cui dobbiamo anche le immagini di questo articolo).
Il merito più grande, quello superiore in assoluto, appartiene alla comunità di Gioiosa Jonica: in San Rocco, ha saputo trovare un suo pilastro identitario e una sua occasione di affermazione, trasformando la propria Festa e il proprio paese in un grande teatro – di religiosità popolare anche un pò imbastardita dai riti profani del consumismo moderno, di tradizioni antiche che si rinnovano e si reinventano anno dopo anno, di partecipazione plurisettoriale per una cittadina autenticamente accogliente – letteralmente aperto a tutti. Qui sta la grande differenza, a nostro dire, con tutte le altre feste: un plusvalore di adesione popolare, un valore aggiunto nella consapevolezza di sé, che rende San Rocco non una semplice celebrazione religiosa ma un appuntamento che è nella disponibilità personale e collettiva di un’intera comunità.
Un plauso – sentito e dovuto al contempo – merita di essere destinato anche a chi lavora generosamente, spesso circondato anche da incomprensioni e da invidie, per la buona riuscita di un evento così grande e così importante: parliamo dell’Amministrazione Comunale e del Comitato Festa, non solo quelli attuali ma anche quelli che li hanno preceduti, in un lavoro che ha una sua evidente cadenza processuale e temporale (si migliora insieme, anno dopo anno, esaltando i successi e correggendo puntualmente gli errori).
Una Festa grande, a tratti imponente, di sempre più difficile gestione. Una Festa che mette alla prova tutta Gioiosa e che la arricchisce sotto tutti i punti di vista. Una Festa che ci indica come Gioiosa, quando ci mette davvero se stessa, può davvero farcela.
Pensiamo all’organizzazione logistica, che è condizione fondamentale per promuovere anche il pieno rispetto delle regole, va affinandosi e perfezionandosi passo dopo passo: la viabilità che regge nonostante il grande afflusso popolare, la fiera supportata da un suo ordine di fondo, gli spazi pubblici (come la novità di quest’anno, l’area ristoro specificatamente destinata in Piazza Aldo Moro) utilizzati in modo lungimirante. Permangono problemi e storture, quasi inevitabili: ma il salto di qualità, rispetto a qualche anno fa, è lampante.
Pensiamo alla programmazione, ormai ricca e “spalmata” su un’intera settimana, che ha pochi eguali in tutta la provincia reggina: vi sono feste con grandi riti religiosi, altre che puntano sul nome musicale di prestigio, altre ancora che investono sui fuochi d’artificio o che godono di una fiera imponente; San Rocco, dal canto suo, può scommettere su tutte queste risorse insieme. Si conferma, in tal senso, una tesi a noi cara da tanto tempo: la Festa di San Rocco è il “grande evento” di Gioiosa Jonica, su di esso bisogna costruire con forza e puntualità, facendo dell’intera settimana un marchio inconfondibile della bellezza e delle potenzialità della nostra cittadina.
Pensiamo alle potenzialità ancora inespresse e alle prospettive ancora da inseguire: una Fiera sempre più grande e più ricca, il “Gioiosa Percussioni Festival” da valorizzare a pieno regime e da collegare al suono dei tamburi, la connessione fra la Festa e altre eccellenze di Gioiosa (un esempio su tutti: la piena fruibilità del Parco Archeologico del Naniglio).
La conclusione, allora, non può che essere una sola (ed è la stessa del nostro inizio): ad oggi, non vi è festa patronale così poderosa e così intensa come quella di San Rocco. E perdonate la radicale rivendicazione d’orgoglio.
