L’opinione del Pd di Monasterace sul consiglio comunale
Consiglio Comunale del 28 giugno 2016
L’ultima seduta del C.C. ci consegna elementi utili per fare chiarezza su questioni politiche ed amministrative di particolare interesse.
1) L’aumento della TARI 2016 (tassa rifiuti) non ha sostanzialmente nulla a che vedere (se non in parte) con i costi e/o con le modalità di avvio della raccolta differenziata. Che, salutiamo come BENVENUTA.
Il differenziale in aumento sul 2015 – dimostrato carte alla mano dalla minoranza – è imputabile ad un “infortunio” dell’Ente comunale nella corretta applicazione della tariffa 2015. La Regione Calabria per la quota di conferimento rifiuti in discarica aveva fissato in 147,00 €/tonn. + 22,00 €/tonn. di penalità (vd. nota n° 71022 del 05/03/2015) per i Comuni non virtuosi (meno di 25% di raccolta differenziata). E Monasterace è stata purtroppo fra questi. Sicchè, la tariffa TARI 2015 – che doveva essere di 169,00 €/tonn – è stata invece dall’A.C. applicata a costo ben inferiore (circa 100 €/tonn). Quindi, se da un lato pagando la TARI 2015 meno di quello che avremmo dovuto ne abbiamo beneficiato, dall’altro lato oggi ci troviamo con il bilancio sul punto squilibrato, in quanto la posta prevista non ha compreso l’extracosto che la Regione rivendica!
Pertanto, il voto della minoranza sul bilancio preventivo 2016/2018, predisposto dall’A.C. (necessariamente da riassestare) è stato contrario.
Segnaliamo che il consigliere Palmiro Spanò, sul punto, si è “astenuto”!
Questi sono i dati oggettivi su cui elaborare le opinioni e trarre le conclusioni in merito a responsabilità e capacità amministrative.
2) L’autoproclamazione del consigliere Spanò a “consigliere comunale autonomo” (non previsto in Statuto e normativa), finalmente formalizza la “separazione di fatto” dalla sua maggioranza e dal Sindaco. Ma, non è detto sia l’epilogo finale del ballo a due (abbastanza esilarante) di questo ultimo anno e mezzo di legislatura (con alterni avvicinamenti/allontanamenti sull’aspettativa/promessa di una carica nell’esecutivo ….).
Meritano però considerazione alcune argomentazioni critiche di Spanò. Sorvolando sulle decantate pratiche di raccolta differenziata ed acqua di un comune limitrofo, tutt’altro che esemplari (temi così complessi meriterebbero il sostegno di dati certificati e riscontrabili, più che di citazioni generiche ed incensamenti), sorprende l’improvvisa scoperta del consigliere che c’è del marcio in Danimarca:
● “mancato rispetto del programma elettorale” (in verità apparso subito molto ambizioso ed al limite del fantasioso)
● assenza di “una benché minima programmazione” (navigazione a vista)
● scarsa “efficienza per dare risposte vere ai problemi del paese” (a parte un po’ di pulizia, il resto PSA, Piano spiaggia, ecc., è tutto fermo)
● esercizio di una “politica autoritaria di un uomo solo al comando” (e con tanti saluti alla partecipazione ed informazione)
● disattenzione “dell’impegno preso davanti ai cittadini di coinvolgere le esperienze e le migliori energie nel rispetto delle scelte collegiali”
● “carenze dell’esecutivo” (senza però l’indicazione dei soggetti carenti….anche se abbastanza identificabili).
Verrebbe da dire: benvenuto nel mondo reale! Che non è quello degli sproloqui di prima, durante e dopo i comizi elettorali del 2014. Nei quali il consigliere Spanò, peraltro, si è particolarmente distinto oltre ogni misura e decenza, nella narrazione mitica delle capacità quasi divine del Sindaco in carica (che già di suo, non si fa mancare nulla in tal senso). Ma è noto: l’amico Spanò è molto bravo a praticare l’esercizio della CRITICA (di altri o per scaricarsi responsabilità quando le cose vanno male) ma, disconosce totalmente il ben più importante esercizio dell’AUTOCRITICA. Che, più apprezzabilmente, rende CREDIBILI le persone, i comportamenti e gli argomenti che si producono e sostengono. Lo invitiamo a fare un bagno d’umiltà, più che occuparsi dei comportamenti e dell’azione responsabile e seria della minoranza.
Almeno, non è mai stata tanto credulona interessata quanto lui!
3) E’ stata approvata dal Consiglio Comunale la proposta di transazione risolutiva del contenzioso difronte al Consiglio di Stato. Aperto dal Comitato “Pro Municipio Monasterace Centro” (dopo la soccombenza al TAR), in opposizione allo spostamento (al tempo disposto dal Commissario Prefettizio) degli uffici municipali dalla vetusta sede di Monasterace Superiore in Marina.
Avendo il PD mantenuto sempre la stessa posizione limpida, lineare e – alla fine – risultata sensata: siamo STRACONTENTI!
Forse (… pare che il testo approvato dalla maggioranza non soddisfi le pretese dei ricorrenti…) finalmente andrà in archivio – non senza perdita di autorevolezza e serietà di diversi protagonisti, promotori e gestori della controversia – una disgustosa commedia delle parti ed una inutile e divisiva rivendicazione giudiziaria che il PD (pagandone, senza colpa alcuna, le incivili conseguenze) aveva subito considerato insensata, irrazionale e controproducente. Purtroppo, la minoranza non ha potuto condividere l’atto transattivo approvato. E non per il merito contenuto: che la sede naturale del Comune dovrà essere il Castello, lo abbiamo sostenuto per primi fin dall’origine e ribadito nella delibera unanimemente approvata dal C.C. il 16/04/2015. L’impedimento si è determinato dalla procedura amministrativa abbastanza creativa e surreale adottata dall’A.C. nell’occasione. Oggettivamente non rispettosa di ruoli e istituzioni che, evidentemente, non possono mai essere esposte al ridicolo: la separazione di competenze fra organo rappresentativo ed esecutivo, sono ben definite. In C.C. è stata portata una proposta di pronunciamento senza un proponente e senza una manifestazione di volontà del Sindaco o dell’ esecutivo! Nel testo di transazione, il C.C. ha nominato (nel senso di citazione per nome e cognome) una specifica unità di personale dell’Ente, quale rappresentante legale per la sottoscrizione transattiva, senza preventiva nomina dell’esecutivo da cui organizzativamente dipende!
CONCLUSIONI
In altri tempi si sarebbero etichettate le vicende sopra illustrate, con linguaggi ed espressioni dileggianti (“dilettanti allo sbaraglio”, cit.).
E qui, che vogliamo dire?
Sono trascorsi oltre due anni di amministrazione. E sebbene – per merito esclusivo di questa minoranza – il clima sia molto rasserenato rispetto al passato, non ci pare che siano oggettivamente registrabili gli stravolgimenti dello stato delle cose promesse dai palchi. Le emergenze ed i problemi (gravi, complicati e soffocanti) tali erano e restano. E le soluzioni altrettanto lontane, difficili e non immediate da trovare: niente bacchette magiche e niente scienziati in giro. Indipendentemente da chi si trova in capo la responsabilità del governo del Comune. Al di là della buona volontà, impegno e dedizione degli amministratori pro-tempore. Che c’era, c’è e ci sarà sempre, in chi si espone nella difficile gestione della cosa pubblica.
Per questo, mai come ora siamo persuasi che l’efficace e seria azione di controllo della minoranza deve espletare il proprio ruolo ed esercizio non certo per spirito di rivalsa personale, con critiche strumentali e speculative, con approssimazioni argomentative ed aggressioni verbali e comportamentali gratuite. Al solo fine di soddisfare la bramosia di taluni di godere dello scannamento fra parti contrapposte. Questa opposizione prenderà e renderà note e partecipi le proprie posizioni su argomenti d’interesse generale, nei tempi, modi ed occasioni proprie ed opportune. Non con suggestioni e prefigurazioni astruse ma, sostenendole sempre con argomentazioni serie, riflettute, ponderate, verificate ed ineccepibili.
Nell’interesse della comunità tutta e non di una parte: nemmeno la propria. Come sempre.
Il Gruppo consiliare di minoranza: PD – Monasterace cambia verso