Ciavula sta coi salvatori di tartarughe. Le istituzioni calabresi NO
L’ex stazione ferroviaria di Brancaleone ora è un centro di recupero delle tartarughe marine. In questo luogo vengono portate le tartarughe ferite e segnalate alla Guardia Costiera che qui trovano Filippo Armonio e Tania Il Grande, rispettivamente Responsabile del CRTM (Centro di recupero della tartarughe marine) e tecnico veterinario, che le sottopongono ad una radiografia e quando serve (quasi sempre) ad un intervento chirurgico. Le tartarughe che sopravvivono hanno a disposizione delle vasche per la riabilitazione prima di essere rilasciate in mare.
I due volontari del centro ci accolgono calorosamente e ci raccontano la loro esperienza e le loro aspirazioni che però cozzano con una realtà difficile. Perchè l’impegno straordinario di questi due amanti della natura non viene riconosciuto dalle istituzioni, che li hanno abbandonati, e spesso viene osteggiato dai pescatori e da parte della popolazione, poco consapevole dell’eccellenza che rappresentano.
Le televisioni nazionali se ne sono accorte e spesso gli dedicano servizi lusinghieri, così come se ne sono accorti i volontari del nord Italia che ogni estate accorrono a Brancaleone da ogni dove per dare una mano alle tartarughe. Ma noi, i calabresi, non ce ne siamo accorti e così il centro fatica ad andare avanti, a trovare le risorse per pagare la corrente elettriche e le altre spese.
Quando arrivano a Brancaleone le tartarughe spesso sono ferite gravemente, hanno ingoiato ami per la pesca al tonno e al pesce spada o hanno ingerito della plastica. Certi animali sono mal visti da molti pescatori perchè quando una tartaruga o un delfino finiscono nelle reti rovinano la giornata di pesca. Così alcuni per liberarsene non esitano a tagliare la coda ai delfini e la testa alle tartarughe, semplicemente per recuperare un amo.
Le tartarughe marine sono una specie protette ma si calcola che nella sola provincia di Reggio Calabria ne vengano catturate attraverso la pesca 1.000 all’anno. Da gennaio ad oggi al CRTM sono già state segnalate 26 tartarughe morte. Nel 2015 il 70% delle tartarughe segnalate al centro sono morte, le operazioni chirurgiche sono state vane. La tempestività delle segnalazioni è fondamentale per intervenire in tempo e salvarle.
I 50 chilometri di costa intorno a Brancaleone sono un luogo meraviglioso, il più importante d’Italia per la nidificazione. Le uova vengono deposte tra giugno e luglio e si schiudono tra agosto e settembre.
Ma le istituzioni non finanziano il centro. Lo fanno solo alcuni donatori privati e i volontari, che pagano una quota di alcune centinaia di euro per sostenerne le attività.
Con l’alluvione dello scorso novembre il centro ha subito gravi danni dai quali non si è ancora ripreso ma le 7 tartarughe che erano in cura in quel momento sono state comunque tutte salvate.
Quando Tania parla delle tartarughe che non è riuscita a salvare i suoi occhi si rattristano. Ci mostra le radiografie che indicano i punti nei quali si trovavano gli ami ingeriti, le cartelle cliniche di ogni animale curato. Fanno un lavoro straordinario Filippo e Tania, del quale tutti dovremmo essergli grati, ma si sentono soli nel combattere una battaglia difficile. Proviamo a dargli una mano, in qualunque modo, attraverso una donazione o l’impegno diretto. Tutelare le tartarughe marine significa tutelare il nostro mare e il nostro territorio, la nostra casa. Questo lavoro immane non può ricadere solo sulle spalle di due persone.