Quei cauloniesi che infangano la Liberazione

Nell’aula dell’Università dell’Havana, tra corpi sudati per il clima dei caraibi e ventilatori accesi, all’improvviso calò il gelo. Avevamo ormai preso confidenza con la nostra insegnante di spagnolo, più giovane di tutti noi studenti di una classe davvero eterogenea, composta da una francese, un giamaicano, un danese…
Fu un signore canadese ad approfittare dell’affabilità di Laura, l’insegnante, per porre all’improvviso una domanda che non avrebbe dovuto fare: “Cosa pensi del governo di Raul?”. Gelo. Laura non sapeva cosa rispondere. Tutti sanno che non bisogna parlare di politica in pubblico coi cubani. La repressione negli ultimi tempi sembra essersi allentata ma nessun cubano criticherà mai pubblicamente Castro. Io ed uno statunitense intervenimmo per deviare il discorso e togliere Laura dall’imbarazzo.
Nell’intervallo, vicino al carrarmato che sta come monumento nel giardino dell’università, Laura si sfogò con me, lontano da orecchie indiscrete.
Solo quando ti trovi a parlare con persone alle quali la libertà di espressione non è garantita capisci cosa significa democrazia. Sono un feroce critico di questa stupida e falsa telecrazia occidentale, consapevole che la nostra democrazia non è altro che un rapporto di forza. E in un sistema capitalista la forza la fa il denaro. Però anche quest’apparenza di libertà di opinione è una conquista pagata col sangue dei resistenti alla quale non possiamo rinunciare. Certo, la nostra voce difficilmente finirà sui network nazionali, sulla stampa che conta ma ognuno di noi ha la libertà di esprimersi, di criticare, di contestare e soprattutto, esercizio più difficile, di proporre e di realizzare. Possibilità che diamo per scontate ma che andrebbero difese ogni giorno e non infangate come fanno gli omuncoli senza spina dorsale che si nascondono dietro alle libertà di internet, protetti vigliaccamente dall’anonimato, per criticare senza esporsi, senza il coraggio dell’espressione delle proprie idee, o peggio, per offendere e insultare. La nostra libertà va difesa da queste deviazioni.
Ciavula è un piccolo giornale che si assume il coraggio delle proprie idee, ben sapendo che non sempre sono condivise, ma lo fa con l’onestà di chi non teme le critiche e di chi, con la propria faccia, vuole contribuire al dibattito pubblico dei nostri paesi. Offendere su internet qualcuno, senza fondamento e per un rancore personale, è facilissimo e dimostra solo la bassezza delle comari che lo fanno. Prendere sulle proprie spalle il peso di un’idea e sostenerla nell’arena pubblica richiede ben altro impegno, è ben altra sfida. L’insulto è finalizzato a colpire qualcuno, a fare del male. Le idee servono a costruire qualcosa per tutti.
Noi non stiamo con chi offende il sangue dei partigiani morti per la libertà, sputando sulle loro conquiste. Noi proviamo a dare vita ogni giorno a quegli ideali.
Oggi e sempre: Resistenza!

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