L’associazione ADDA: “A Bovalino si chiede il titolo di Città ma si ignorano i diritti dei disabili”
Mentre un Consiglio comunale monco, privo della principale forza di opposizione, approva la richiesta per il riconoscimento del titolo di “Città”, una sentenza del TAR Calabria smaschera l’ipocrisia di un’amministrazione che da tempo ha dimenticato i diritti delle persone più fragili. Il 10 aprile scorso, infatti, il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto un ricorso presentato da una famiglia di Bovalino quasi un anno prima, accertando l’illegittimità del silenzio del Comune di Bovalino in merito alla predisposizione di un Progetto Individuale per una persona disabile, previsto dall’articolo 14 della Legge 328 del 2000.
Nella sentenza si ordina al Comune di rispondere in modo espresso e motivato entro 30 giorni dalla notifica. Un episodio che da solo dovrebbe indurre questa Amministrazione comunale a riflettere sul proprio operato. E invece il giorno successivo, l’11 aprile 2025, viene convocata una seduta consiliare per deliberare una richiesta che suona come una beffa: quella di essere riconosciuti ufficialmente come “Città”. Un titolo dal valore simbolico che nulla ha a che vedere con la realtà vissuta quotidianamente da chi abita questo territorio, soprattutto da chi, più di altri, ha bisogno di attenzione, di supporto, di servizi.
Abbiamo letto che il gruppo consiliare “SiAmo Bovalino” ha scelto di non partecipare a quella seduta per coerenza con quanto denunciato fino a oggi, e non possiamo che essere d’accordo. Non si può condividere una richiesta che ignora totalmente le condizioni in cui versa il nostro paese. Non si può dare credito a una narrazione costruita a tavolino mentre sotto gli occhi di tutti mancano i servizi essenziali, i diritti vengono negati e le condizioni di abbandono sono evidenti in ogni angolo della comunità.
Nel corso di questi anni abbiamo assistito a promesse disattese, a fondi destinati ai più fragili che spariscono o vengono destinati altrove, a strutture e spazi pubblici inaccessibili, a continui silenzi che offendono la dignità di chi vive situazioni di disabilità. A tutto questo si aggiunge un fatto ancora più sconcertante: né la Garante per la disabilità Dott Graziella Pollifroni, né la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Dott Francesca Racco hanno ritenuto di intervenire pubblicamente o di assumere una posizione netta di fronte a una vicenda che riguarda minori con disabilità che vivono a Bovalino. Un silenzio che lascia increduli, inspiegabile alla luce del ruolo di garanzia e tutela che rivestono.
Nel frattempo, nessuno parla più del trasporto scolastico per gli alunni disabili, che altrove viene garantito attraverso voucher e servizi dedicati finanziati da fondi pubblici che rischiano ora di andare persi. Nessuna traccia neanche sugli interventi necessari ad abbattere le barriere architettoniche, nessuna spiaggia accessibile, nessuna progettualità concreta per il tempo libero o per l’inclusione sociale. Perfino i fondi destinati ai campi estivi sono stati utilizzati per le luminarie natalizie.
Nel frattempo si chiede il titolo di “Città”, come se bastasse a cancellare anni di disattenzioni, ritardi e promesse mancate. Non è la prima volta che un tribunale interviene per censurare l’operato dell’amministrazione. Già in passato il Tribunale di Locri ha riconosciuto la discriminazione subita da un altro ragazzo disabile, costretto a rinunciare al diritto allo studio per la mancanza di assistenti educativi nelle scuole. Anche in quel caso, nessuno si è assunto la responsabilità di spiegare, di porre rimedio, di cambiare passo. Si continua così, tra inerzia istituzionale, disinteresse e una cittadinanza sempre più scoraggiata, che osserva in silenzio, come rassegnata a uno stato delle cose che sembra ormai immutabile.
Ma noi non ci rassegniamo. L’Associazione ADDA continuerà a continuerà a denunciare con forza ogni violazione, ogni diritto negato, ogni scelta che mette all’angolo le persone con disabilità e le loro famiglie. Continueremo a dare voce a chi non ce l’ha, a pretendere giustizia, trasparenza, impegno concreto. Perché un Paese non diventa “Città” con una delibera, ma quando mette al centro la dignità e i diritti di tutti. E Bovalino, oggi, è ancora lontana anni luce da questa idea di civiltà.
Vito Crea – Presidente ASSOCIAZIONE ADDA