Le principali attività sulle quali puntare nel 2025 sfruttando “Resto al Sud” come trampolino di lancio
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Tra gli strumenti più preziosi a disposizione degli imprenditori meridionali c’è Resto al Sud, un bando che prevede finanziamenti agevolati per lanciare attività imprenditoriali nel Mezzogiorno e nello specifico in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Lazio, Marche e Umbria. La misura mira a favorire la costituzione di attività di lavoro autonomo, imprenditoriali e libero-professionali nelle regioni indicate, in forma individuale oppure collettiva. Possono beneficiarne gli imprenditori under 35, che devono però rispondere ad una serie di requisiti specifici.
Ma come e per cosa possono essere spesi i fondi messi a disposizione dal bando Resto al Sud? Per prima cosa i fondi coprono le spese di gestione e in particolare tutte quelle necessarie per avviare un’attività, come le materie prime, i materiali di consumo, le utenze, i canoni di locazione, i canoni di leasing e le garanzie assicurative.
A seguire poi i fondi possono essere spesi per i programmi informatici e i servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione, così come per l’acquisto di macchinari, attrezzature e impianti nuovi. E ancora i beneficiari possono usare i fondi a disposizione per la ristrutturazione o la manutenzione straordinaria di beni immobili.
In cosa investire nel 2025? Il bando è destinato a tre settori: turismo, fornitura di servizi alle imprese e alle persone e produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura.
Il turismo è solitamente il settore più gettonato nelle aree del Mezzogiorno che hanno tante attrattive culturali e naturali da offrire. In tale ambito molti giovani imprenditori sfruttano il bando Resto al Sud per aprire attività turistiche come bed & breakfast, ristoranti, agriturismi, bar e negozi di souvenir. Altre attività che si possono aprire con il bando Resto al Sud sono quelle destinate alla produzione e alla vendita di prodotti alimentari locali.
Altro settore che merita di essere esplorato, essendo in notevole espansione, è quello relativo alle attività di servizi alle imprese, come le pubbliche relazioni, la formazione professionale, le consulenze e il marketing. Risultano molto gettonati negli ultimi tempi anche i servizi di assistenza sanitaria, come case di cura per anziani o cliniche fisioterapiste e odontoiatriche. Occhio poi alle attività inerenti al settore della tecnologia e dell’innovazione in grande sviluppo, che comprende app mobili, startup, servizi di web design e software.
L’iter burocratico per accedere al bando può risultare complesso, quindi chi non ha dimestichezza o non ha tempo a sufficienza potrebbe incontrare delle difficoltà a presentare la domanda. Per saperne di più consigliamo di approfondire il discorso sull’agevolazione Resto al Sud 2.0 sul portale dedicato Restoalsudcontributi.it, dove poter essere seguiti da un team di professionisti nella pratica e nello svolgimento del bando.
Gli incentivi comprendono un voucher fino a 40.000 euro, che può arrivare fino a 50.000 euro per beni e servizi innovativi, per l’acquisto di beni, strumenti e tutti gli altri servizi necessari per avviare l’attività. A disposizione dei beneficiari c’è anche un fondo perduto fino al 75% per programmi di spesa fino a 120.000 euro, e fino al 70% per programmi di spesa tra i 120.000 e i 200.000 euro.