Verso il 16 dicembre, Ilario Ammendolia: “A Caulonia bisogna lavorare insieme per spezzare le 7mila solitudini che non si incontrano”
Si avvicina il 16 dicembre, quando ci incontreremo per ragionare di un “PROGETTO PAESE” per Caulonia. Abbiamo raccolto le riflessioni di Ilario Ammendolia, che da sindaco di Caulonia per primo ha utilizzato questa espressione.
Ilario, come vedi Caulonia oggi?
Caulonia è un paese povero in una Regione povera.
Fini qui non c’è nulla di nuovo, niente che non rimandi all’irrisolta “questione meridionale.”
Era povera anche 70 anni fa, anche se allora c’era un tessuto economico e sociale che consentiva la sopravvivenza e, in qualche caso, anche l’attivazione dell’ascensore sociale.
Oggi quel tessuto umano, economico e sociale non c’è più.
C’è un “paese” dove non c’era (cioè a Marina) mentre il centro storico e le frazioni sono al centro di una grave crisi. Più o meno la stessa cosa è successa in tutti i centri storici della Calabria.
Si può invertire la rotta?
Si!
In che modo? Cosa metteresti al centro di un Progetto Paese per Caulonia?
Al centro del “progetto paese” metterei metaforicamente un telaio, pulendolo dalla fuliggine del tempo.
Occorre che la nostra comunità riprenda a tessere la sua storia.
Ribadisco, l’intera comunità… quindi non uno che tesse e mille che parlano. Spesso a vanvera. Lavorando insieme c’è la possibilità di spezzare le settemila solitudini che non si incontrano, anzi le rare volte che vengono in contatto fanno scintille.
Per fare questo è necessario riprendere il filo dal punto in cui è stato interrotto.
Si! Io resto convinto che quel filo sia stato colpevolmente spezzato.
Occorre che la navetta riprenda a correre tra trama ed ordito. Però vedo a Caulonia tanta intelligenza, tanta passione e tante opportunità.
Occorre non distruggere.
Solo così potete (e non uso a caso la seconda persona plurale) ancora realizzare una meravigliosa tela.