A GIOIOSA IONICA SI DISCUTE DEI BENI CONFISCATI RESTITUITI ALLA COLLETTIVITA’
Riceviamo e Pubblichiamo.
“La confisca dei beni costituisce uno degli strumenti più importanti per una seria lotta alle mafie”. Di questo era certo Pio La Torre, parlamentare ucciso nel 1982 che ha voluto introdurre nella normativa italiana i provvedimenti di sequestro e confisca dei beni alle organizzazioni criminali di stampo mafioso. Di questo è certa anche Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie che nel 1996 ha raccolto e consegnato all’allora presidente della Camera un milione di firme raccolte per l’utilizzo sociale dei beni confiscati ai boss. Un milione di cittadini chiedeva al Parlamento di fare un passo in avanti nella lotta alle mafie, restituendo alla collettività quanto sottratto dalle organizzazioni criminali.
In vent’anni anni, grazie alla legge 109/96 (sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle organizzazioni criminali) lo Stato di si è “ripreso” migliaia di beni: palazzi, appartamenti, terreni, aziende. Un fiore all’occhiello della legislazione italiana. Dall’entrata in vigore della legge sono stati confiscati innumerevoli beni, riutilizzati per il bene della comunità.
Il 7 marzo, alle ore 9,30 in occasione del ventennale dalla legge 109, l’Associazione Don Milani – Onlus ospiterà diversi laboratori presso il bene confiscato che gestisce, ubicato in località Giardinazzo nel Comune di Gioiosa Ionica, e già utilizzato per incontri, convegni, eventi, scambi e gemellaggi dedicati alla legalità.
L’evento vedrà la partecipazione degli allievi del Liceo Scientifico “P. Mazzone” di Gioiosa Ionica e di chi desidera aderire.
I partecipanti avranno la possibilità di “toccare con mano” un bene confiscato e potranno ampliare le loro conoscenze attraverso una discussione guidata sulla legge 109/96, l’iter che porta alla confisca, l’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati e l’analisi di alcune buone prassi, imprenditori e beni “resistenti”. I laboratori verranno condotti secondo la metodologia «learning by doing, learning by thinking» per realizzare le connessioni fra teoria, pratica e riflessione per rendere i cittadini e gli alunni partecipanti attivi dell’apprendimento.
La cittadinanza è invitata.