Piantedosi a Catanzaro, l’USB manifesta in piazza contro l’autonomia differenziata e il decreto sicurezza

Piantedosi a Catanzaro, l’USB manifesta in piazza contro l’autonomia differenziata e il decreto sicurezza

Oggi 23 settembre a Catanzaro, il Ministro dell’Interno con tutto il suo codazzo ci ha invitati ad un seminario dove ci viene a spiegare il “futuro dei comuni”. In tutta sincerità, piuttosto che andare a sentire propaganda da quattro soldi che poi si tradurrà come al solito in un nulla di fatto e di presenziare a favore di fotografi, abbiamo preferito la protesta in piazza. Una protesta alla luce dell’approvazione DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA e del DECRETO SICUREZZA – la cosiddetta “norma anti-Gandhi”- che punisce con la sanzione carceraria da sei mesi a due anni, senza l’alternativa della pena pecuniaria, chi “impedisce la libera circolazione su strada ordinaria o ferrata durante le manifestazioni, ostruendo la stessa con il proprio corpo, se il fatto è commesso da più persone”. Confermiamo una «deriva illiberale»: una norma pericolosa perché criminalizza il dissenso, pensata specificatamente contro un target di giovani eco-attivisti. E, in questo senso, ancora più pericolosa. Perché in realtà in tutte le forme di protesta, che di solito vengono dalle minoranze, in una democrazia solida, compiuta e matura, dovrebbero essere protette.

PERCHÉ SONO L’ESSENZA DELLA DEMOCRAZIA.

A ciò va aggiunta la spropositata somma stanziata per L’ECONOMIA DI GUERRA di questo governo, dopo aver incassato miliardi dalle accise e dalle tasse in seguito agli aumenti sproporzionati di benzina, luce e gas, anziché destinarli ai cittadini, li hanno sperperati per comprare carri armati, armamenti, ed inviare soldati in tutto il mondo. Due caratteristiche sono tipiche di un’economia che tende verso la guerra: l’aumento del deficit Pubblico (2.947 miliardi) per finanziare il riarmo e la spinta inflazionistica a danno dei salari italiani, più bassi d’Europa. Al ministro ed al suo sottosegretario, due meridionali, oggi vogliamo ricordare, a prescindere dal loro seminario, cosa significa avere venti regioni differenti non solo amministrativamente, ma su tutte le principali questioni che riguardano la vivibilità cittadina, l’istruzione, la sanità, l’ambiente, i trasporti, la cultura, i contratti di lavoro…. Di conseguenza ci ritroveremo con diritti e servizi diseguali per tutti! In parole semplici, dalla sanità all’istruzione, passando per i trasporti; i LEP comprendono tutti quei servizi che lo Stato deve ritenere indispensabili per tutti i cittadini, senza distinzioni sul territorio in cui vivono, dal Nord al Sud, dal Centro alle Isole. Motivo per cui, riteniamo questi seminari assolutamente vuoti di contenuti, alla luce di quanto approvato dal governo. Solo noi cittadini catanzaresi sappiamo come si vive con 4.200 precari tirocinanti nella pubblica amministrazione, con stipendi da fame e nessuna prospettiva previdenziale, come ci si muove in strade e ferrovie a dir poco antiche e vetuste, oppure con una sanità che fa acqua da tutte le parti: ambulanze senza medici, reparti di pronto soccorso senza personale, debiti che non vengono ripianati, ospedali chiusi o cadenti e migrazione forzata… È su questo che andrebbe fatto un seminario, su come sopravvivere dopo essere stati depauperati giorno dopo giorno! Infine, alla coscienza del ministro dei “soccorsi negati”, gli ricordiamo 94 morti a Cutro!!

Unione Sindacale di Base

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