Francesco Violi: “La cultura non ha colore politico”

Francesco Violi: “La cultura non ha colore politico”

Da qualche tempo ormai si parla di “cultura di destra” in contrapposizione alla “cultura di sinistra”, perciò siccome siamo governati da una compagine politica di destra bisogna promuovere la “cultura di destra”. Chi, come noi insegnanti ha avuto a che fare con allievi in un processo formativo, sa che le conoscenze che si trasmettono in qualsiasi disciplina non hanno colore politico, indipendentemente dal nostro pensiero nessuno di noi ha mai pensato di influenzare politicamente gli alunni, anzi è espressamente vietato farlo. Il nostro compito è una guida per lo sviluppo delle coscienze critiche, liberamente e senza condizionamenti e le conoscenze possono aiutare questo processo. Gli alunni devono relazionarsi con gli altri alla pari, devono saper distinguere ciò che è lecito da ciò che non lo è, i diritti e i doveri, devono scegliere la strada da intraprendere nel loro futuro. Non serve un “Liceo del made in Italy” per ammodernare la scuola e nemmeno  l’insegnamento dell’educazione civica con nuove direttive volte a esaltare l’”amor di Patria” e la cultura dell’”Italianità”, l’educazione civica dovrebbe invece riguardare, oltre che la conoscenza delle istituzioni e dei diritti e doveri del cittadino, la tolleranza e il rispetto degli altri con il fine della convivenza civile. Gli insegnanti sono del parere che, a parte qualche progetto comune, l’insegnamento dell’Educazione Civica sarebbe più efficace se svolto dall’insegnante di Storia, assieme appunto all’insegnamento della Storia. Non molto tempo fa,  prima del rapido e prorompente sviluppo tecnologico, i docenti avevano  difficoltà a tenere alta l’attenzione della classe perché alcuni soggetti cercavano di creare scompiglio, con l‘intento di abbassare la qualità dell’insegnamento. Oggi, invece un altro elemento si è sostituito di fatto al docente, il web. Il telefono che segue ovunque il ragazzo è diventato l’enciclopedia, l’esempio (più cattivo che buono) da seguire per risolvere ogni cosa, ottenere nozioni su ogni disciplina senza comprenderne il significato.

L’insegnante si trova in difficoltà per questo:  non basta vietare l’uso del telefono durante le lezioni, è necessario usare le stesse tecnologie che usano loro per integrare e a volte sostituire l’insegnamento tradizionale. In alcuni istituti scolastici, all’inizio della scuola altri sono i problemi e le priorità: sistemare gli alunni nelle aule, coprire tutte le cattedre, attivare i laboratori,  garantire lo svolgimento delle attività sportive, e le modalità di insegnamento spesso sono lasciate alla discrezionalità del docente più che per mancanza di direttive, per mancanza di strumenti necessari ad una azione coerente e coordinata tra tutti i docenti. Forse sarebbe necessaria in tal senso una spesa più oculata da parte dei governanti, lasciare  indietro qualche progetto piuttosto che accorpare scuole completamente diverse tra loro per risparmiare sullo stipendio di qualche dirigente, sapendo bene che il dirigente rimasto  sottoposto ad un super lavoro, non potrà assolvere bene il suo compito. Inoltre è necessario un controllo sui social che mettono in rete contenuti  forvianti , falsi e pericolosi che i giovani consultano a qualsiasi ora del giorno e della notte,  allontanandosi dalla  sempre più dalla realtà. La scuola è diventata l’ultima ruota del carro da parte del governo, cosa che ci aspettavamo da soggetti che affermano che Dante era di destra, magari Manzoni democristiano ecc. Che bisogna promuovere la “cultura di destra” in contrapposizione  ad una “cultura di sinistra” che ha governato prima. Chi non capisce che la cultura non ha colore ma c’è o non c’è, che Dante è vissuto secoli prima che l’Italia e le altre nazioni nascessero come entità politiche a se stanti e al loro interno si sviluppassero le correnti politiche, probabilmente non conosce la storia  antica e né quella recente né tantomeno le stesse istituzioni che rappresenta. Sull’omicidio di Sharon Verzeni, il capo della lega ha dato una dimostrazione delle sue competenze, una volta individuato l’assassino, un certo Moussa Sangare, italiano con genitori che provengono dal Mali.

Egli, preso da una pulsazione di puritanismo,  ha detto che farà una legge per togliere la cittadinanza a coloro che commettono reati gravi. Se qualcuno non ha colto ancora  il significato xenofobo di questa affermazione gliela possiamo ricordare, invece di richiedere,  come ci si aspetterebbe da un leader politico, la certezza della pena. Se revochiamo la cittadinanza italiana a Moussa, possiamo magari dargli quella del Mali, e forse, se ci sono le convenzioni, estradarlo per farlo giudicare in quel paese… ma sono solo congetture. Il caso è  simile a  quello della povera  Giulia,  anche se quest’ultimo femminicidio è stato più efferato, il colpevole è anch’esso Italiano, nato e cresciuto nella provincia italiana. Perciò, come per l’altro,  dovremmo revocare la cittadinanza anche a Filippo Turetta, ma egli ha la pelle bianca, dove lo mandiamo?  Forse l’amico ( di Salvini)  Putin sarebbe contento di dargli la cittadinanza russa per mandarlo a combattere in una delle sue tante guerre e vedere quanto è audace a sgozzare i nemici? Dovremmo invece chiederci perché questi ragazzi crescono privi di valori, privi di identità e di ambizioni sane, quale ambiente sbagliato frequentano, o quale meccanismo perverso li ha portati ad odiare la stessa società di cui fanno parte. Ma i governanti hanno altre incombenze, ridurre le tasse ai contribuenti più ricchi, tralasciare gli extraprofitti delle società energetiche che nonostante l’apporto notevole  delle rinnovabili e dell’eolico che hanno costi di esercizio irrisori, continuano a farsi la concorrenza al rialzo per il prezzo delle forniture. Continuano a lanciare proclami sull’occupazione record  mentre l’industria  continua ad essere in recessione, che esportiamo di più; mi piacerebbe sapere cosa, visto che con i cambiamenti climatici anche l’agricoltura è in difficoltà! Forse dovrebbero ridefinire i meccanismi di conteggio, per non dire che i dati, ripetuti a ritornello decine di volte al giorno, sono falsi! Sono intenti a ripristinare l’industria tradizionale dell’auto opponendosi alle direttive europee che prevedono lo stop per le auto termiche nel 2035, per prolungare l’era del petrolio e riempire le casse della  Russia, che ne produce in abbondanza, quindi vuole venderlo, e l’auto elettrica è pericoloso ostacolo. Quasi sicuramente la causa occulta e scatenante della guerra in Ucraina è una reazione al cambiamento epocale dell’industria dei motori reso necessario per contrastare i cambiamenti climatici.  La lega tramite il suo leader è complice di questa scelta scelerata e adesso ha fretta di  attuare l’autonomia differenziata , in barba alle direttive europee e italiane e alle sanzioni per commerciare liberamente con l’aggressore Putin, fare ancora più profitti con soldi macchiati di sangue, negando i cambiamenti climatici. Se tra una ventina di anni  l’intento di Salvini e compagni andrà in porto ( e succederà lo stesso in tanti altri paesi europei e non) avremo gran parte della pianura padana sott’acqua! Sono intenti a promettere sussidi a famiglie disagiate con i quali pagheranno le tariffe gonfiate in modo ingiustificato da parte dei fornitori, mentre non si interessano delle cause di ciò. Non porgono alcuna attenzione ai giovani talenti che vanno via per lavoro perché in Italia non trovano le  stesse opportunità che invece trovano altrove. Con queste premesse e difficoltà,  la scuola continua a formare giovani, talvolta raggiunge bene lo scopo a cui è preposta, talvolta risulta  i “maturandi”  hanno una preparazione sotto la media, poco importa questi ultimi potranno in futuro sperare  di fare una buona carriera politica! 

Francesco Violi

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