Autonomia differenziata, Ammendolia: “Folle legge che divide l’Italia e abbandona il Sud al suo destino”
Un applauso tradito.
Nel 1960 per i “Canto anni” dell’unità d’Italia, la televisione (ad un unico canale) mandava in onda una serie di film sul Risorgimento.
In paese le famiglie che possedevano un televisore erano poche ma si attrezzarono i bar.
Bar Italia era sulla piazza principale del paese.
In occasione della proiezione di uno dei primi film della serie, a causa del caldo, televisore e sedie furono spostati in piazza e, ancor prima dell’inizio, i posti a sedere furono tutti occupati. . C’erano i “mastri” e i maestri di scuola, il cancelliere e il vice pretore, i commercianti, tanti contadini molti giovani e infine noi ragazzi rigorosamente all’impiedi anche perché ci mancavano i soldi per la “consumazione “.
Inizia il film: i garibaldini sbarcano e Marsala e risalgono l’Italia verso Napoli . Un giovane capitano dei Mille si innamora d’una bella ragazza bruna, simbolo del Sud, ma il fratello di lei, ufficiale borbonico, si oppone al fidanzamento.
La ragazza è tenuta prigioniera nella sua stessa villa .
Il capitano accompagnato da un gruppo di fedelissimi tenta di liberarla ma “un infame” fa la spia e così il gruppo viene circondato da centinaia e centinaia di “perfidi” soldati borbonici. Ma il bel capitano con marcato accento nordico ed i suoi compagni si barricano nella villa e resistono eroicamente… e tutto il popolo del “bar” resiste con loro.
Quando tutto sembra perduto si sente uno squillo di tromba :ARRIVANO I NOSTRI!
Per tutta la durata del film, la “piazza” sembra avvolta in un silenzio surreale carico di tensione ma l’arrivo dei garibaldini fa da detonatore: scoppia un applauso travolgente soprattutto nel momento in cui il Tricolore sventola e dalla colonna sonora partono le note “… Si scoprono le tombe/si levano i morti /i martiri nostri son tutti risorti… “. Come un sol uomo, la piazza balza in piedi.
Che meraviglioso popolo di” adulti – bambini” c’era in quel “bar Italia” di piazza Mese. Erano appena ritornati da una guerra folle, traditi da coloro che li avevano mandati a combattere.. eppure credevano, (credevamo) ancora nelle favole. Il tempo ci avrebbe disperso ma li rivedo spesso avvolti in una luce di candida innocenza. Molti, la stragrande maggioranza di loro, non ci sono più e da molto tempo … e noi siamo gli ultimi superstiti di quella piazza da libro “Cuore”.
Fossero stati vivi mi sarei rivolto a loro e sono certo che, quantomeno per antica dignità, avrebbero reagito in qualche modo alla folle legge votata dal Parlamento che divide l’Italia in tanti fragili “statarelli” e abbandona il Sud al suo destino.
Ilario Ammendolia