Il Consiglio Metropolitano abbraccia il progetto Sai di Sant’Alessio in Aspromonte. La soddisfazione di Conia
«Sostenendo e condividendo il Progetto Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) del Comune di Sant’Alessio in Aspromonte, il Consiglio metropolitano e la maggioranza guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, confermano la propria attitudine, naturale e politica, ad aiutare i deboli in un momento storico in cui è sempre più fondamentale affermare i principi di uguaglianza, tolleranza e umanità. E’ davvero un grande segno di civiltà».
E’ quanto afferma il consigliere metropolitano Michele Conia, tornando a riflettere sull’approvazione, da parte dell’aula “Repaci” di Palazzo Alvaro, della convenzione d’adesione e realizzazione del programma per l’accoglienza, la tutela e l’integrazione dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei titolari di protezione sussidiaria o umanitaria sostenuto dal Comune di Sant’Alessio.
«Strumenti simili – ha aggiunto – permettono di dare un senso pieno e compiuto alla parola accoglienza, grazie al supporto di operatori specializzati che seguono, costantemente, i migranti in percorsi di alfabetizzazione, formazione, inclusione sociale ed inserimento al lavoro. Bene, dunque, fa il Comune di Sant’Alessio a promuovere queste iniziative, benissimo fanno tutti gli altri enti locali che ne condividono la linea ed i principi. La Città Metropolitana, adesso, prova a “fare sistema” confermando l’importanza di rafforzare una cultura dell’accoglienza presso le comunità favorendo l’inserimento socio-economico di chi fugge da guerre, carestie e povertà».
«Nel progetto Sai sul quale Palazzo Alvaro lavorerà in convenzione col Comune di Sant’Alessio – ha spiegato Michele Conia – saranno coinvolti 66 beneficiari per un importo finanziario di circa un milione di euro. Verranno garantiti i servizi di accoglienza materiale e psicologica, di mediazione linguistico culturale, di orientamento e accesso ai servizi del territorio, di insegnamento della lingua italiana ed inserimento scolastico dei minori, di formazione, riqualificazione e orientamento professionale, di accompagnamento all’inserimento abitativo e legale, di tutela psico-socio-saniaria e di informazione sui servizi offerti dal Sistema sanitario nazionale. Un riconoscimento totale, insomma, dei diritti di chi ha un chiaro ed inequivocabile bisogno di aiuto».
«Dietro ogni uomo, donna o bambino che arriva nel nostro Paese – ha affermato il consigliere metropolitano – c’è una storia. C’è la speranza di chi prova a ricominciare a vivere tentando di costruire una prospettiva di futuro che, nel proprio paese d’origine, è negata. Al tempo stesso, sono persone che caricano sulle spalle il compito e la responsabilità di continuare a sostenere chi, nelle propria famiglia, non è riuscito a compiere quello stesso identico passo che, il più delle volte, coincide con un vero e proprio viaggio all’inferno. E il pensiero non può che correre alle vittime del naufragio di Cutro, una strage che si poteva e doveva evitare».
«E’ un dovere – ha concluso Conia – porgere una mano ai più bisognosi e questo progetto va nella direzione giusta accogliendo, aiutando e lanciando un forte messaggio contro le logiche perverse e abominevoli dei respingimenti e delle barriere. Il Consiglio metropolitano ha, dunque, dato ampia dimostrazione che bisogna contribuire ad abbattere quei muri che in molti, in Italia, in Europa e nel mondo, vorrebbero vedere alti e insidiosi per proseguire a dividere anziché unire l’umanità»
Michele Conia