CI RISIAMO,TUTTI CONTRO LOCRI.NOI NO
La Carcarazza voleva tacere. Voleva non immischiarsi nelle controverse diatribe mediatiche che in questi giorni si sono sviluppate intorno alla vicenda dello Sporting Locri. Voleva evitare di gracchiare. Ma nelle ultime ore si è raggiunto il culmine. Perché quando si parla di Locri, sembrano essere tutti pronti a pontificare. Tutti pronti a lanciare accuse, insinuazioni, offese, sospetti, congiure e complotti. E parimai. Parimai, parimai. Accadde qualche mese fa con il buon Giovanni Calabrese, quando tutti lo attaccarono per aver aggredito pubblicamente Federica Roccisano, senza intravedere la bontà d’animo dell’illustre primo cittadino. Solo la Carcarazza prese le sue difese (qui).
Ora alla Carcarazza tocca intervenire nuovamente per difendere lo Sporting Locri e il suo presidente Armeni. Già, perché da qualche giorno, i soliti complottisti hanno iniziato a dire che si tratterebbe di una messinscena interna alla società, che si vorrebbero coprire magagne gestionali, che i dirigenti starebbero addirittura programmando l’utilizzo di scie chimiche sull’intera cittadina locrese, ecc. ecc.
I più cattivi addirittura malignano anche che la vicenda, come al solito, sia stata usata, abusata e strumentalizzata da qualcuno per guadagnare una vetrina nazionale e soddisfare la sete di notorietà che, dicono, tanto palese ormai risulta essere a queste latitudini.
Cattiverie gratuite, mancu li cani, che paiono trovare un pressoché insussistente appiglio nelle dichiarazioni rilasciate da alcuni magistrati che nelle ultime ore hanno affermato che «in questa storia mafia e ‘ndrangheta non c’entrano nulla» e che «potremmo trovarci dinanzi a una forma di autoproduzione di pizzini». Come se non bastasse, pare abbiamo anche acquisito i libri contabili per fare luce sullo stato economico e patrimoniale della società. Mah. Staremo a vedere.
Intanto bene ha fatto il buon Calabrese a dichiarare che «la compagine amaranto sarà pilotata dall’amministrazione comunale ed altre istituzioni che non possono e non vogliono far disperdere il patrimonio creato da Armeni e soci in questi sei anni». A facci i cui ‘nci voli mali. A facci i cui dici ca si spara sempri a caglia. E bene ha fatto il povero Armeni a diramare un comunicato in cui ribadisce «l’infondatezza di voci, fatti inventati, insinuazioni e speculazioni mediatiche rivolte alla sua persona, agli attuali soci in carica, allo staff tecnico e a tutte le atlete. Lo Sporting Locri ha sempre lavorato per il territorio e per il bene sociale», alla faccia dei comunisti infangatori di professione. E bene hanno fatto in questo caso alcuni importanti giornali di opinione a non usare lo stesso metodo usato con tanti altri protagonisti, spesso loro malgrado, di questioni ‘ndranghetiste. Quelli che insomma denunciano, scrivono, lottano e che, giustamente, vengono coperti di melma, perché, indubbiamente, ricercano visibilità e successo mediatico. Quelli, legittimamente, devono essere demoliti.
Male però hanno fatto le ‘ndrine locresi a non metterci nemmeno un piccolo zampino. Ora, dico io, che figura ci facciamo con tutta la nazione che tanto appassionata e solidale si è dimostrata in tutta questa storia?