Caulonia: l’appello di Micaela per consentire le cure salvavita a papà Michele
È difficile spiegare come ci si sente quando improvvisamente un genitore si ammala.
Per me è stato devastante prendere consapevolezza della sensazione di smarrimento che provava in primis mio padre, da sempre fulcro delle nostre vite, colui al quale chiedere qualsiasi cosa perché rappresenta la nostra bussola, e che di riflesso provavamo tutti noi familiari.
È sempre stato un uomo preciso, determinato, molto forte caratterialmente, perciò ho avuto paura di non sentirmi all’altezza di aiutare nel migliore dei modi mio padre, mi ha spaventata perché d’un tratto è come se si fossero invertiti i ruoli, io figlia dovevo urgentemente ed eccellentemente occuparmi di lui come avrebbe fatto lui per me, ho sentito l’imminente necessità di cercare medici in grado di aiutarlo, ho sentito il dovere di incoraggiarlo, sostenerlo e supportarlo a scapito di tutti i miei superflui impegni lavorativi e familiari.
Tanto da chiedermi se ne fossi all’altezza, poiché le decisioni da prendere in questi casi sono di fondamentale importanza: a quale medico affidarsi? In quale ospedale? Rimanere in Calabria o portarlo fuori regione?
Tuttavia, nessuna paura è stata più forte dell’attraversare in lungo e in largo l’Italia intera e cercare di avere più pareri possibili per scegliere le cure più adatte, a qualunque costo. Perché l’unico costo che non sopporterei è quello di non poter aiutare mio padre.
Ecco perché oggi Vi scrivo, ho bisogno dell’aiuto di tutti, basterebbe una piccola donazione per garantire delle cure costosissime che mio padre deve affrontare in Svizzera.
Mio padre sta combattendo da qualche anno contro un carcinoma prostatico metastatico farmaco resistente. La forma di cancro che lo ha colpito è molto aggressiva.
Le numerose terapie alle quali si è sottoposto, tra cui anche chemio e radioterapia, non hanno sortito alcun effetto sulla sua condizione di salute.
Allo stato attuale, secondo i medici la migliore terapia che gli si può offrire è quella con il farmaco Lutezio177PSMA.
Si tratta di un farmaco approvato dall’Unione europea e dall’Ema, ma attualmente non ancora dall’AIFA, pertanto, in Italia non risulta ancora disponibile, se non in pochi centri, ma non in maniera continua e con tempistiche di accesso molto lunghe.
Per tutte queste ragioni mio padre è costretto a curarsi in Svizzera dove la terapia è disponibile in tempi ragionevoli, seppure ogni somministrazione del Lutezio177PSMA costa circa 25.000 mila euro.
Abbiamo scelto anche di fronte a questo di non arrenderci, bensì di affidarci al buon cuore delle persone.
La terapia completa prevede 6 somministrazioni, per un costo complessivo di circa 150.000 mila euro.
La raccolta fondi è iniziata il 20 giugno, e grazie a tutti coloro che hanno partecipato e stanno partecipando oggi abbiamo potuto iniziare la terapia in Svizzera, infatti ci troviamo a Bellinzona e oggi hanno somministrato la prima fiala.
Tuttavia, la strada per raggiungere l’obiettivo e consentire al mio papà di ricevere le cure di cui necessita è ancora lunga e forse un po’ faticosa ma sono certa che attraverso la solidarietà della gente riusciremo ad arrivare al traguardo.
Grazie anticipatamente a chi vorrà aiutarci donando e diffondendo la raccolta fondi.
Micaela Aprigliano
Si può donare direttamente dal sito https://www.gofundme.com/f/aiutiamo-michele-aprigliano