La nobile storia del Teatro di Gioiosa Ionica e la situazione attuale nelle parole del sindaco Salvatore Fuda
Leggendo alcuni post e commenti sul tema del “Teatro Gioiosa”, mi rendo conto che molti non hanno le informazioni esatte e quindi non conoscono la dimensione reale della questione. Per cui cerco di dare un po’ di notizie più dettagliate.
Fino all’anno scorso la struttura, che non è nella disponibilità pubblica, era concessa in locazione alla società cooperativa “Centro Teatrale Meridionale”, che per oltre un trentennio ha portato avanti l’attività teatrale facendo del Teatro Gioiosa il punto di riferimento di tutto il comprensorio, promuovendo spettacoli di prim’ordine con attori e registi di fama nazionale e internazionale.
Oltre a questo era una struttura che veniva utilizzata per la promozione di eventi in genere: basta ricordare le rappresentazioni delle commedie popolari del grande autore e regista Tiziano Rossi oppure negli ultimi anni il Gran Concerto di Natale promosso dall’Associazione Ars Musicae in collaborazione con l’Amministrazione comunale.
Il blocco forzato del COVID prima e poi il mancato accordo per il rinnovo del contratto tra la proprietà e il gestore hanno determinato il fermo delle attività. Ma la possibilità di una pronta ripartenza si è affievolita ulteriormente per il fatto che il nostro teatro non è più quello della foto pubblicata.
Nel caso in cui non si fosse saputo, ridò una notizia che risale oramai a parecchi mesi fa: la sala non è più quella che si vede in foto, ma è priva delle poltrone e il palcoscenico è senza sipario. Il gestore, nel consegnare la struttura alla proprietà, ha ben pensato (ahimè) di smontare tutto, impedendo di fatto una possibile pronta ripartenza. Tali fatti sono oggetto di un contenzioso giudiziario tra la proprietà e il vecchio gestore, responsabile, secondo la proprietà, di un illecito essendosi indebitamente appropriato di qualcosa che, da contratto, doveva restare al suo posto.
Per cui di fatto, oggi, nelle condizioni in cui si trova il teatro, senza gli adeguati investimenti per la sua modernizzazione e messa a norma (vanno adeguati anche gli impianti elettrici e di sicurezza) e senza la ricollocazione delle sedute, la struttura è inservibile. Per questo, in accordo con la proprietà, l’amministrazione comunale aveva presentato già una scheda progettuale a valere sui CIS “Svelare bellezza” per l’acquisizione e il recupero del cineteatro del valore di 3.000.000 di euro (cifra stimata per fare un recupero vero del teatro).
Su quella linea di finanziamento al comune di Gioiosa è stata finanziata la Via dei Mulini per 2.500.000 euro e non il cineteatro. Ma ci riproveremo! Stiamo lavorando ad un accordo organico con la proprietà per la valorizzazione del bene che presto dovremmo portare a conclusione.
Ma voglio approfittare per ricordare a tutti noi una cosa molto importante alla quale spesso non facciamo caso: il Cineteatro di Gioiosa Ionica non è un semplice stabile, seppur importante, destinato ad una rilevante attività culturale. Esso rappresenta l’icona di una delle storie più belle e più importanti della Calabria e dell’intero mezzogiorno d’Italia.
Da qui la necessità di preservare e conservare l’immobile, attraverso l’acquisizione al patrimonio pubblico e il suo recupero strutturale, in quanto sulle sue facciate vi è un grande murales che racconta la storia bella di una Calabria resistente alla ’ndrangheta. E se non si conosce questa storia, non si può percepire la bellezza e la forza di questa opera che la Calabria non può dimenticare o peggio permettersi di perdere.
Sulla Piazza Vittorio Veneto di Gioiosa Ionica, piazza centrale del paese, dal 1978 campeggia un murales. Lo hanno realizzato – su due delle pareti del teatro – gli artisti della CGIL di Milano e quelli del PCI di Gioiosa, guidati da due artisti importanti come Giovanni Rubino e Corrado Armocida: è un omaggio alla memoria di Rocco Gatto, mugnaio di Gioiosa Ionica ucciso dalla ‘ndrangheta il 12 marzo 1977, simbolo dell’antiracket e probabilmente primo testimone di giustizia italiano.
Il dipinto – un corteo di donne e uomini che stanno dietro uno striscione rosso che incita alla lotta per la libertà con sullo sfondo una grande mano aperta e le colombe in volo che nascono dai gelsomini (importante coltura che identifica l’intera costa) – racchiude simbolicamente dentro di sé tutte le storie di resistenza alle cosche e tutte le lotte per l’affermazione dei diritti civili e sociali.
I volti raffigurati sono infatti quello di Rocco Gatto e idealmente di tutte le vittime innocenti della ‘ndrangheta, dei calabresi onesti, di chi non si rassegna allo strapotere delle cosche. Sullo striscione è riportata la scritta “Lotta unità e partecipazione popolare per la crescita civile e democratica di Gioiosa Ionica e del meridione”. Per questa ragione nel 2008 è stato ribattezzato “Quarto Stato dell’antindrangheta” in occasione di una straordinaria campagna nazionale promossa dal Comitato pro murales di Gioiosa Ionica insieme a molte associazioni locali e nazionali per il recupero del murales.
A trent’anni dalla realizzazione, infatti, i colori stavano sbiadendo e con essi la memoria di una straordinaria stagione antindrangheta che aveva visto Gioiosa Ionica – nel corso degli Anni Settanta – al centro di grandi battaglie popolari e istituzionali contro i clan (nel processo contro l’uccisione di Rocco Gatto, il Comune di Gioiosa Ionica si costituì parte civile: primo comune in Italia ad assumere questa determinazione).
Nel luglio del 2008, durante i lavori di recupero del murales, Gioiosa Ionica diventa grazie a quest’ultimo, capitale nazionale dell’antimafia sociale. Il 16 luglio inizia infatti l’evento “La Lunga Marcia della Memoria” (partecipato da numerose personalità artistiche e politiche di levatura nazionale) che per due settimane proietta Gioiosa sui media nazionali per seguire il restauro del murales e raccontare le storie dell’antindrangheta a tutto il Paese (l’evento ha una risonanza sui principali media nazionali).
A eseguire il restauro sono gli artisti Corrado Armocida e Giovanni Rubino, gli stessi che hanno realizzato il murales trent’anni prima. Compiono un lavoro straordinario che termina con l’inaugurazione del murale restaurato il 27 luglio 2008. Il murales torna a splendere sulla piazza, la storia di Rocco Gatto è lì a ricordare a tutti cos’è la giustizia, da quel giorno quell’effigie viene ribattezzata il Quarto Stato dell’antindrangheta ed entra ufficialmente nei circuiti turistici della Locride e nell’immaginario dell’antimafia sociale nazionale.
Detto ciò spero che questo mio post serva a dare informazioni e notizie compiute, certe ed evitare che argomenti seri, visti i tempi, siano affrontati con superficialità finendo per innescare confusione e distorsioni della realtà.
Lavoriamo tutti affinché il Teatro Gioiosa possa rinascere presto in una dimensione pubblica … grazie ad una proprietà sensibile e alla capacità dell’Amministrazione di programmare e intercettare le giuste fonti di finanziamento!
A presto!
Salvatore Fuda – Sindaco di Gioiosa Ionica