Ilario Ammendolia: “È tempo di dare ad una piazza il nome di Repubblica rossa di Caulonia”
di Ilario Ammendolia
Noi dobbiamo vivere l’oggi e cercare di risolvere i problemi più urgenti della nostra realtà.
Ciò premesso penso che il tempo sia maturo per dare ad una nostra piazza il nome di “Repubblica rossa di Caulonia.”
Lo dico non da militante del vecchio partito comunista ma da semplice cittadino che per molto tempo ha studiato le vicende del proprio paese e, senza falsa modestia, come pochi.
Ho parlato con tutti i protagonisti, consultato gli archivi e letto quasi tutto ciò che sulla vicenda è stato pubblicato.
Ho scritto con Nicola Frammartino, quando entrambi eravamo giovani, un libro che ha avuto il merito di spostare l’attenzione dal personaggio tragico e complesso di Pasquale Cavallaro ai mille protagonisti sconosciuti della vicenda. Infine, appena tre anni fa ho pubblicato il libro “la ndrangheta come alibi” in cui ho DOCUMENTATO lo svolgersi di quei fatti ormai lontani.
È stata una vicenda di popolo ed i protagonisti non furono angeli e santi ma gli ultimi della terra a cui per secoli è stata negata la felicità e la stessa dignità di persone umane.
Costoro hanno avuto un merito indiscusso dare sangue e carne al “Quarto Stato”, raffigurato magistralmente da Pellizza Da Volpedo nel suo famoso dipinto..
Lo hanno fatto a Caulonia dopo aver versato il loro sangue in guerre per loro senza alcun significato.
Il fatto di proclamare una repubblica quando ancora in Italia c’era il re ed al Nord Mussolini era ancora il capo del governo di Salò, può sembrare una velleità ma è stato soprattutto un assalto al Cielo da parte degli ultimi della terra che chiedevano di essere riconosciuti come Uomini.
Un fatto tragico e grandioso che non appartiene solo a Caulonia bensì alla storia delle classi subalterne.
Noi tutti siamo gli eredi di quei giorni.
Noi tutti… così come noi tutti siamo gli eredi di altre pagine di storia del Paese.
A meno che non si affermi la follia di coloro che in nome della pretesa di cancellare la cultura, distruggono le statue dei personaggi storici avendo l’assurda pretesa di giudicarli secondo i criteri prevalenti oggi.
Il nome ad una piazza non cambierà il futuro del paese, ma avrà la funzione di ricordare ai futuri cittadini che un giorno lontano, migliaia di donne e uomini , spesso analfabeti, straziati dalle fatiche e dalle sofferenze, hanno avuto la pretesa di scrivere la storia e il loro sacrificio invita noi, loro eredi, non ad anacronistiche rivolte ma a studiare, batterci ed impegnarci affinché nessuno si sogni di rimettere all’indietro le lancette della Storia.