Con la dose booster aumenta l’efficacia del vaccino nel prevenire la malattia
Questo articolo si inserisce all’interno del progetto “Campagna informativa e di sensibilizzazione on line sul tema della vaccinazione contro il covid-19” realizzato dalla Società Cooperativa Sankara e finanziato dalla Fondazione Nazionale delle Comunicazioni.
A due anni dalla diffusione globale dell’infezione da SARS-CoV-2, appare evidente che in tutta la popolazione un’infezione da Covid-19 può determinare il verificarsi di complicanze, anche gravi, con la necessità di un ricovero in ospedale e lunghi trattamenti medici. È altrettanto pacifico che la probabilità di un decorso più grave della malattia aumenti soprattutto nelle persone dai 65 anni in su o negli adulti con fattori di rischio come, a titolo esemplificativo, obesità, diabete, pressione alta, malattie croniche del cuore o dei polmoni, tumore o trattamento immunosoppressivo. Inoltre, si registra una crescente evidenza che un’infezione da Covid-19 possa provocare danni alla salute anche a lungo termine – il cosiddetto Long Covid.
È altrettanto appurato che i vaccini siano efficacia. L’analisi di efficacia viene elaborata dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) settimanalmente; i dati sulla pandemia, che sono raccolti quotidianamente sulla popolazione, permette di porre a confronto la frequenza dei vari eventi (infezione, malattia, malattia con ospedalizzazione, malattia con ricovero in terapia intensiva, decesso) tra i vaccinati e i non vaccinati, dunque non con prove di efficacia effettuate in laboratorio, ma proveniente da dati del contesto reale in cui la vaccinazione agisce.
Tale efficacia, con il passare dei mesi, tende, però, a ridursi; la durata della protezione dipende da molti fattori, ma dai dati si può evincere che più tempo è passato dall’immunizzazione, maggiore è la probabilità di infettarsi. Per questa ragione diventa fondamentale procedere alla terza dose, denominata anche dose booster. Si tratta semplicemente di una dose ulteriore: alle persone completamente vaccinate viene somministrata un’altra dose di un vaccino approvato contro il Covid-19. Si chiama anche booster perché stimola nuovamente la protezione immunitaria. A questo proposito, il Ministero della Salute ha approvato l’uso di vaccini esclusivamente del tipo mRNA (Pfizer o Moderna) indipendentemente dal vaccino utilizzato in precedenza.
La dose di richiamo provoca entro pochi giorni un sensibile aumento del titolo anticorpale, così che molto rapidamente viene ristabilito un ottimo grado di protezione.
Per finire, riportiamo i dati proposti dal report esteso dell’Istituto Superiore di Sanità relativo alla sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale: l’efficacia nel prevenire i casi di malattia severa è “pari al 93% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva o booster”, è pari “all’86% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 88% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni e 83% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni”.