Siderno, celebrato il Centenario del maestro Mario Lodi all’IC “M. Bello–G. Pedullà”
Mario Lodi scriveva “Insegnare a parlare significa insegnare a pensare” un concetto ampiamente condiviso dai docenti dell’Istituto Comprensivo “M. Bello – G. Pedullà – Agnana” di Siderno che questa mattina, in occasione del centenario dalla sua nascita, hanno omaggiato il maestro lombardo con il primo pit-stop didattico a lui dedicato.
L’azione degli insegnanti, infatti, è stata rivolta allo svolgimento di diverse attività atte a fare approfondire agli studenti la conoscenza, iniziata tra i banchi a settembre del 2021, di questo importante scrittore della letteratura per bambini e ragazzi.
In particolare i docenti hanno proposto la lettura di “Cipì” e de “La mongolfiera” in cui viene affrontato metaforicamente il tema della vita e della crescita.
“Cipì” narra le avventure di un passerotto che vuole scoprire il mondo e lo farà superando varie situazioni pericolose grazie ai valori dell’amicizia e della solidarietà. Un romanzo che fa comprendere ai bambini la rilevanza della curiosità senza, però, dimenticare l’importanza della libertà una condizione che deve essere conquistata e difesa quotidianamente.
“La mongolfiera” racconta di un volo immaginario alla scoperta del mondo compiuto da un gruppo di alunni insieme al proprio maestro. Un viaggio realizzato attraverso la fantasia in cui vengono proiettati i sentimenti e che si rivela essere strumento di apprendimento e di crescita poiché alla conoscenza del mondo si giunge mediante l’esperienza che, come sosteneva Lodi, deve essere sempre valorizzata.
E così attraverso l’ascolto, il confronto e le rielaborazioni personali gli allievi dell’istituto sidernese, guidato dal Dirigente Vito Perruccio, hanno celebrato il centenario della nascita del pedagogista che attraverso il suo impegno ha contribuito a rinnovare la scuola italiana nel Novecento e i cui insegnamenti sono ancora attuali:
“Oggi è difficile educare perché il nostro impegno di formare, a scuola, il cittadino che collabora, che antepone il bene comune a quello egoista, che rispetta e aiuta gli altri, è quotidianamente vanificato dai modelli proposti da chi possiede i mezzi per illudere che la felicità è nel denaro, nel potere, nell’emergere con tutti i mezzi, compresa la violenza. A questa forza perversa noi dobbiamo contrapporre l’educazione dei sentimenti”.