Luca Morisi, l’amico di Salvini avrebbe ceduto a due ragazzi il Ghb, “la droga dello stupro”
La più bestiale e oscena delle droghe, mica una qualsiasi. La “droga dello stupro”. Ecco il dietro le quinte della “Bestia”, anni di becera e martellante propaganda contro i migranti, gli spacciatori, i rom. Crocifissi, rosari e vangeli scagliati come corpi contundenti contro le diversità, contro le persone più fragili.
Fake new a profusione, per diffondere intolleranza e odio, per conquistare voti rovistando nella spazzatura. E quel moralismo un po’ squallido da partito ultra conservatore, che rifiuta persino l’idea di un approccio differente sul consumo di stupefacenti.
E alla fine cade il velo anche di questa ennesima grottesca e ipocrita cattiveria. E non cade su una cannetta di marijuana, contro la quale hanno sempre lottato come fosse il male assoluto, ma sul Ghb, uno stupefacente che è costato violenza su migliaia di donne, che rimbalza sempre più di frequente nelle cronache nere.
Lo squallore più assoluto. E su queste cose c’è poco da chiedere scusa per la propria debolezza. Chiaro che non accuseremo Matteo Salvini dei torti di un suo collaboratore.
Non faremo a lui ciò che ha fatto ad altri. Ma bisogna saperlo che, dietro ogni operazione aggressiva e disumana come è la “Bestia” si nasconde sempre una grande immoralità. E prima o poi viene a galla, in una forma o nell’altra.
Michele Piras