Caro Ilario Ammendolia, nel futuro si farà la storia
Egregia redazione,
riprendo volentieri la conclusione dell’intervista a Ilario Ammendolia sul 14 agosto 1971.
In particolare laddove l’intervistato si chiede se “nel fuoco dell’ideologia e di una passione infinita” si siano bruciati gli anni più belli, gli anni in cui “sembrava che il cielo stesse per colorarsi di rosso e invece scesero nuvole grige…”.
Quanto descritto nell’intervista, al netto dell’episodio particolare legato a Caulonia, è una sensazione, un sentimento che accomuna molti italiani, donne e uomini che allora credettero di poter cambiare la nostra società. E la nostra società, grazie all’impulso di quegli anni, è realmente cambiata e sta cambiando.
Purtroppo però, il governo di tale cambiamento da allora e sino ad oggi non sta portando dove si immagionava. La nostra società continua a soffrire squilibri sociali inaccettabili per chi si pone come obiettivo una società governata secondo principi di solidarietà e giustizia sociale. La crisi economica del 2008 e la crisi pandemica hanno accentuato tali squilibri. Questa forse è la ragione dello scoramento di chi per una vita intera, da allora a oggi, si è battuto per tali valori.
Tuttavia il cambiamento iniziato mezzo secolo addietro è ancora in atto. E’ necessario che le donne e gli uomini che oggi immaginano una società più giusta, credano che tale società possa ancora realizzarsi. Credano e non immaginino una società non rigidamente divisa tra i pochi in grado di governare e i molti privi degli strumenti necessari a renderli realmente liberi, capaci di costruire un’esistenza guidata dalle proprie reali aspirazioni e capaci di contribuire dialetticamente al benessere della propria comunità locale, nazionale ed europea.
Per anni ci hanno raccontato della morte delle ideologie. Una morte presunta. Non esiste governo senza valori che ne ispirino l’azione, non esistono governanti che non siano guidati da un’idea di società.
La “causa” a cui accenna Ammendolia non è “fuori della Storia” poiché è nel futuro che si farà storia.
Luca Fantò
