Operazione “Mercato Libero”, i nomi degli arrestati nel reggino
4 PERSONE ARRESTATE PER ASSOCIAZIONE MAFIOSA, TENTATA ESTORSIONE IN CONCORSO E TRASFERIMENTO FRAUDOLENTO DI VALORI.
Questa mattina, a Reggio Calabria, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria coadiuvati dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, nell’ambito dell’operazione denominata “Mercato Libero”, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale del capoluogo – sezione GIP – nei confronti dei seguenti indagati:
- FRASCATI Emilio Angelo, cl. 1969, ritenuto responsabile del reato di associazione mafiosa;
- TOMASELLI Gaetano, cl. 1978, ritenuto responsabile del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso;
Sono stati, invece, destinatari di ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari:
- FRASCATI Demetrio, cl. 1974, ritenuto responsabile del reato di trasferimento fraudolento di valori;
- FRASCATI Paolo, cl. 1981, ritenuto responsabile del reato di trasferimento fraudolento di valori;
Inoltre, tutti soci della cooperativa EFFE MOTORS sono stati destinatari di misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche e imprese, per la durata di mesi 6, in ordine al delitto di trasferimento fraudolento di valori.
- TEMI Antonia, cl. 1970
- MUSARELLA Saverio, cl.1960
- NICOLO’ Caterina, cl. 1974
- COCCHIARALE Elvira Caterina, cl.1970
- ROMEO Emilio Angelo, cl.1965
È stato altresì disposto il sequestro preventivo delle quote e dell’intero compendio aziendale della società cooperativa EFFE MOTORS, concessionaria autorizzata per i marchi Honda e Mazda con sede in Reggio Calabria.
É stato disposto, inoltre, su proposta della Guardia di Finanza di Reggio Calabria il sequestro preventivo finalizzato alla confisca c.d. allargata, di un immobile a sei piani fuori terra ed un piano interrato sino in località Fondo Schiavone del comune di Reggio Calabria, oltre all’autovettura intestata alla moglie di uno degli indagati.
Nello stesso solco di indagine confluiscono inoltre gli esiti di indagine svolti sul conto di Demetrio e Paolo FRASCATI, fratelli del suddetto Emilio Angelo, in ordine al reato di trasferimento fraudolento di valori, volto a mascherare la titolarità di un noto concessionario di autovetture da tempo attivo in Reggio Calabria, che in realtà è a loro perfettamente riconducibile.
Nello specifico, è stato ricostruito come i fratelli FRASCATI, da sempre attivi nel commercio degli autoveicoli, a seguito dei provvedimenti giudiziari che hanno portato nel tempo al sequestro ed alla successiva confisca dei beni da loro acquisiti illecitamente, tra cui la concessionaria di autovetture FRAUTO s.r.l., abbiano messo in atto una manovra elusiva finalizzata a mascherare i loro capitali aziendali nel timore di subire ulteriori provvedimenti in tema di misure di prevenzione patrimoniale.
Le indagini, infatti, hanno acclarato come la Società Cooperativa EFFE MOTORS (concessionario di autovetture) sia stata fittiziamente intestata ai soci della stessa, già dipendenti della FRAUTO S.r.l., quest’ultima riconducibile a Demetrio e Caterina FRASCATI, in quanto sottoposta in sequestro in data 25.02.1997, a cagione dagli esiti del procedimento c.d. “Olimpia”, e poi sottoposta in confisca irrevocabile.
Il meccanismo fraudolento attuato dagli indagati è stato volto a garantire ai fratelli FRASCATI la continuità nella gestione della FRAUTO S.r.l., in seguito al sequestro e successiva confisca di cui sopra. Per tale scopo, gli ex dipendenti della FRAUTO S.r.l., con il contributo agevolatore di Elvira COCCHIARALE ed Emilio Angelo ROMEO, cugini e collaboratori fidati dei fratelli FRASCATI, hanno costituito la cooperativa EFFE MOTORS, tramite la quale chiedevano ed ottenevano dall’Agenzia del Demanio la concessione a titolo gratuito del patrimonio aziendale della FRAUTO S.r.l., avvalendosi della normativa allora in vigore, volta a tutelare i livelli occupazionali delle aziende soggette a confisca. Sono state esaminate le fasi che hanno portato alla nascita, sequestro e confisca della FRAUTO S.r.l., ed alla conseguente formazione della società cooperativa EFFE MOTORS che oggi gestisce il patrimonio in ragione di una concessione a titolo gratuito da parte del Demanio dello Stato.
Dal compendio delle risultanze investigative è emerso una continuità tra la FRAUTO e la EFFE MOTORS, con una perfetta sovrapposizione di ruoli e competenze che i FRASCATI hanno mantenuto invariati nel tempo, anche e soprattutto grazie alla fattiva collaborazione dei loro storici dipendenti che “formalmente” amministravano, per giunta gratuitamente, il patrimonio che lo Stato ha dapprima sequestrato e successivamente confiscato ai FRASCATI, poiché riconosciuto ufficialmente quale provento di attività delittuosa.
É emerso, in sostanza, dall’attività di indagine come l’attività di rivendita auto venisse gestita interamente da Paolo e Demetrio FRASCATI, laddove i soci, anche quelli inseriti formalmente ai vertici dell’organigramma dell’ente (quali presidente e consiglieri di amministrazione) erano ai predetti subordinati, eseguendo le direttive da questi ultimi impartite ed a loro tenuti a rendere conto per tutto ciò che concerne il rapporto lavorativo alle dipendenti della società.
Il quadro indiziario sottoposto alla valutazione del GIP è costituito da copioso materiale intercettivo ed attività di osservazione che hanno fatto ritenere la gestione diretta della società cooperativa EFFE MOTORS da parte dei fratelli Demetrio e Paolo FRASCATI, consentendo di ricostruire in dettaglio il reato di trasferimento fraudolento di valori realizzato, appunto, dai FRASCATI attraverso la creazione della EFFE MOTORS.
Sono stati, inoltre, espletati accertamenti finalizzati alla ricostruzione dell’iter procedurale che ha portato all’affitto a titolo gratuito dei beni della ex FRAUTO alla cooperativa EFFE MOTORS. Dalla disamina della documentazione acquisita è stato possibile rilevare che nell’iter amministrativo in parola vi sono state, in più occasioni, lacune procedurali, evidentemente dovute a superficialità dei funzionari/dirigenti che nel tempo si sono succeduti, oltre che evidenti difetti di comunicazione tra le varie amministrazioni interessate.
Le investigazioni si sono incentrare anche sugli accertamenti di natura patrimoniale, svolti dalla Compagnia di Reggio Calabria della Guardia di Finanza, a carico dei FRASCATI, i cui esiti hanno evidenziato significativi elementi sperequativi che hanno contraddistinto le condotte “anomale” di Elvira COCCHIARALE e del cugino Demetrio FRASCATI, le cui entrate lecite e note all’Erario confrontate con il costo della vita media annuale, hanno fatto emergere gravi incompatibilità rispetto ai loro beni posseduti ed ai risparmi accumulati.
L’attività nel suo complesso ha consentito di porre sotto sequestro beni per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro.
Ad esito dell’attività di esecuzione entrambi gli arrestati, sono stati associati presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.