Reddito di cittadinanza a 15 condannati per ‘ndrangheta
I finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro, nell’ambito delle attività finalizzate al controllo della spesa pubblica nazionale, in sinergia e collaborazione con l’INPS, hanno individuato e segnalato all’Autorità Giudiziaria 86 soggetti per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza.
La concessione di tale sostegno economico è, sulla base della normativa vigente, subordinata alla sussistenza di determinati requisiti personali, reddituali e patrimoniali. Prima di tutto, chi chiede di percepire il sussidio deve avere la residenza in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. Il reddito di cittadinanza non può poi essere erogato a nuclei familiari i cui componenti siano sottoposti a misure cautelari o colpiti da sentenza di condanna per gravi reati. Invece, tra i presupposti patrimoniali e reddituali vi sono, tra gli altri, quelli di non possedere immobili, diversi dalla prima casa, di valore superiore a 30.000 euro, e di non disporre di liquidità superiori a certe soglie, derivati anche da vincite di gioco. Al fine del mantenimento del beneficio, è ovviamente fatto obbligo di comunicare ogni variazione del patrimonio, della condizione occupazionale e reddituale dei componenti del nucleo familiare.
Partendo da tali prescrizioni, le Fiamme Gialle catanzaresi hanno passato al setaccio la posizione di 129 famiglie, selezionate sulla base di molteplici indici di rischio, 86 delle quali avrebbero illecitamente percepito il reddito di cittadinanza. In particolare, ben 15 soggetti risultano aver beneficiato della misura pur essendo condannati o colpiti da misura cautelare per il reato di associazione mafiosa; in 6 hanno omesso di comunicare vincite al gioco per complessivi 508.000 euro; in 35 non hanno informato l’ente erogatore di variazioni patrimoniali e reddituali; in 3 sono risultati residenti all’estero. L’importo complessivo delle somme indebitamente erogate – e quindi segnalate alla magistratura e all’Inps per il recupero, la revoca del beneficio e il sequestro penale – ammonta a oltre 700.000 euro.
Le pene previste per chi percepisce indebitamente il reddito di cittadinanza sono la reclusione da 2 a 6 anni per chiunque presenti dichiarazioni false oppure ometta informazioni dovute, e da 1 a 3 anni nei casi di omessa comunicazione delle variazioni del reddito, del patrimonio, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della riduzione o della revoca del beneficio.