Regionali Calabria, Aiello: “È il momento di ricostruire una vera Sinistra”
di Pasquale Aiello
La fine del governo Conte, avvenuta per mano del cecchino di Rignano ma determinata scientificamente dai poteri sovranazionali per effetto delle dinamiche politiche europeiste, ha messo in evidenza tutta la pochezza dell’intera classe politica italiana. Ennesima dimostrazione di attaccamento morboso al proprio spazio mettendo in scena danze trasformiste e coreografie populistiche condite da una grave forma di poltronite incurabile.
Nel volgere di qualche giorno si è assistito a mutamenti, giravolte, volteggi e capriole degne dei migliori saltimbanchi e giocolieri, per meglio garantirsi le grazie del neo presidente del consiglio, ma soprattutto il proprio spicchio di paradiso.
Tutti tengono famiglia e tutti si sono adeguati al governo di unità nazionale per mantenere la piccola fetta di potere e magari ottenere un ‘aiutino’ per parenti e amici. Ognuno di loro rappresenta un interesse piccolo o grande, ma nessuno o quasi di loro può vantare una benché minima visione politica.
Tutti al seguito del pifferaio magico, ordinatamente insieme in un governo di larghe intese. Molti i miliardi in gioco, camionate di soldi in arrivo dalla UE da spartire con prudente e misurato controllo.
Qualcuno aveva cercato di spingere per elezioni anticipate cercando di incantare ancora una volta l’opinione pubblica facendo solo propaganda con la barzelletta del governo eletto dal popolo, ma si sa che fino a nuova legge elettorale, l’elettore non decide più nulla, ma manda in parlamento solo parassiti incompetenti e senza passione ideale che poi rappresentano i propri interessi e non certamente le vere esigenze della gente. Si è di fronte ad una crisi del sistema politico e, come è sempre avvenuto finora, si cerca di combatterla affidando l’incarico di formare il governo ad un ‘tecnico’ di elevata esperienza. Stavolta tocca al prof. Mario Draghi che, è risaputo, è un fedele paladino del capitale finanziario. Ma, per quanto tecnico possa essere, un governo, per definizione è sempre politico, perché le scelte sono politiche, e i tecnici chiamati a farne parte, sono coloro che elaborano la migliore politica per i banchieri e la borghesia imprenditoriale, agevolando l’avanzata delle politiche liberiste.
Non importerà a nessuno di loro, tecnico o politico, se aumenteranno i disoccupati, o se i migranti continueranno a morire in mare. Così come non importerà a nessuno se si allungherà la lista dei morti sul lavoro. Le grandi imprese, come ormai sanno fare molto bene, eludono l’impaccio e sprangano le serrande per ‘cessata attività’ delocalizzando, con il permesso del governo, e lasciando nei guai e in grandi difficoltà centinaia di operai.
D’altro canto, se la classe operaia ormai non riesce a viaggiare unita, di conseguenza anche la lotta per i diritti perde spessore e consistenza.
Non è il caso di illudersi, quindi, nonostante tutti i proclami dei nostri pseudo-politici, non esiste più una classe politica che si occupi degli interessi dell’intera popolazione e protegga gli ultimi. Esiste invece, da Aosta a Palermo, nel parlamento come nelle amministrazioni locali, solo una classe di sterili e inutili personaggi che si concentrano esclusivamente sulla propria elezione per garantirsi il posto al sole e adagiarsi sulle generose indennità che lo stato elargisce loro.
In Calabria, in Aprile si voterà per il rinnovo del consiglio regionale. Ora o mai più è il momento di una forte presa di coscienza sociale, s’impone la necessità di rifondare l’intero ceto politico. Organizzarsi e pretendere di partecipare dal basso alle scelte che interessano la collettività, è il momento di ricostruire, in Italia e in Calabria soprattutto, una vera Sinistra, con i giovani sicuramente perché sono i nuovi portatori di energie e idee, ma soprattutto con tutti coloro che ne rivendicano l’appartenenza fin dalla prima ora, che hanno lottato e si sono spesi per i valori della Sinistra e si cominci a pensare e agire da vera Sinistra, quella autentica con la S maiuscola, perché da parecchio tempo si vedono in giro solo accozzaglie e paranze varie che in realtà sono vere e proprie appendici del capitale e della borghesia mafiosa. E’ l’unica via per cambiare davvero, intraprendendo un percorso che ci porti fuori dalla palude per poter in seguito costruire un sistema diverso, basato sull’uguaglianza sulla solidarietà e sui diritti e metta al bando per sempre, il pensiero liberista insieme a sfruttatori, cialtroni, criminali e padroni.