Sisì Napoli scrive ai sindaci dell’Unione dei Comuni
Riceviamo da Sisì Napoli (assessore, con delega all’Unione dei Comuni, del Comune di Marina di Gioiosa Jonica) e pubblichiamo.
Ricordiamo anche i precedenti articoli, essenziali alla comprensione della missiva dell’Assessore Napoli, pubblicati su ciavula.it:
lo scarso coordinamento nelle politiche culturali durante la fase estiva
la frattura nell’Unione sul documento successivo alla manifestazione pro-ospedale di Locri
la lettera con le contestazioni di Totò Longo a Sisì Napoli
il nostro ultimo editoriale sulla situazione complessiva dell’Unione dei Comuni
Carissimi Totò, Salvatore, Giorgio, Domenico, Pino, Salvatore, carissimi Sindaci,
il 7/Dicembre dello scorso anno abbiamo, insieme ad altri, organizzato a Gioiosa Ionica, una giornata speciale di ricostruzione delle ragioni Storiche, Politiche ed Amministrative, che avevano mosso sei Sindaci della Valle del Torbido a sedersi attorno ad un tavolo e cercare, insieme, un percorso che provasse a dare ai 21.000 Cittadini di questo lembo di terra di Calabria, una opportunità in più di fuoriuscire dalla situazione di degrado politico, economico e sociale in cui versa. Ragioni totalmente e squisitamente politiche. Altro che “ per l’esercizio associato di funzioni e servizi ”.
In quella cornice un pò pomposa avete sottoscritto l’atto costitutivo di fronte ad un Segretario che verbalizzava e soprattutto di fronte ad una nutrita platea di Cittadini lì convenuti per assistere ad un evento straordinario.
Gli atti di quel convegno avrebbero dovuto essere oggetto di una pubblicazione da distribuire poi agli Studenti delle scuole del nostro territorio. A tenere insieme i nostri strumenti Urbanistici, i PSC, elementi fondativi del sogno di una Comunità, si era pensato di incaricare un prestigioso istituto quale è il CENSIS, di redigere un Piano strategico per la Valle del Torbido. Si è cioè provato a volare alto. Non per niente si era convenuto che il processo di Unione questa volta, a differenza di quanto accaduto 15 anni fa, sarebbe stato guidato dalla Politica, perché di un processo politico si trattava e si tratta. A mettere insieme “uffici e servizi” ci avrebbero potuto pensare i Funzionari Comunali.
Mi è parso davvero stavolta di essere partecipe di un momento nuovo e diverso. La stessa nomina del Presidente dell’Unione è stata pensata come qualcosa che dovesse coinvolgere tutti i soggetti interessati a turno a prescindere dalla dimensione del Comune rappresentato. La stessa nomina di Longo a primo Presidente dell’Unione non ha certo seguito la logica dei Soviet. È stato un momento pienamente condiviso e quasi imposto a Longo nonostante le sue legittime reticenze. E proprio per fugare qualsiasi ombra sul fatto che la Politica rivendicava il diritto dovere delle scelte che le competono.
Il processo ha vissuto battute d’arresto. L’incarico al CENSIS, per il quale il Presidente della Provincia Raffa aveva offerto un finanziamento di 15.000€ , più della metà dell’intero costo del progetto, non è mai stato affidato. Un cronoprogramma concordato con il Dott. Vetritto e con gli altri autorevolissimi funzionari della Presidenza del Consiglio venuti a supportarci è rimasto nel cassetto. Nessun direttorio. Nessun Soviet Supremo. Solo la solita tiritera. Una maledizione che colpisce la intera classe politica nostrana. La difficoltà a lavorare in team, in squadra. Dividendosi i compiti. E puntando tutti a segnare lo stesso goal.
È da tempo che mi sforzo di ragionare sulle ragioni della quasi totale assenza di prestigio e incapacità rappresentativa del nostro territorio. Fatto salvo il rispetto personale che ho per buona parte della classe dirigente di questo comprensorio, mi continuo a domandare cos’è che impedisce allo stesso di trovare ascolto nelle sedi sovracomunali. Sono nella memoria di ognuno di noi le direttive di un funzionario della Regione Calabria che impartisce disposizione circa il trattamento dei rifiuti o, come nel caso della Sanità, disegni di distribuzione dei servizi, senza che alcuno ritenga di dovere ascoltare minimamente il parere delle Istituzioni Locali.
Una delle risposte che mi cerco di dare è la inadeguatezza delle stesse Istituzioni Locali. La “Locride” è una pura realtà geografica e null’altro. L’organismo pensato per rappresentarla, l’Assemblea dei Sindaci, agli effetti pratici non rappresenta niente e nessuno. Qualunque atto deliberativo non impegna nessuno. Quindi ogni Comune associato, può liberamente e legittimamente, continuare ad agire per conto proprio. Non vi è stata da parte di alcuno, nessuna cessione di sovranità. In piccolo, molto in piccolo, sembra di vedere la fotografia di ciò che accade a livello Europeo. Niente politica estera comune, niente politica fiscale comune, ecc.
Per questo motivo, insieme ad altri sto lavorando alla ricerca di un meccanismo che consenta di creare un coordinamento di Sindaci impegnati a cercare un linguaggio comune su alcuni temi dirimenti. I Piani Spiaggia, i Piani Strutturali. Gli Strumenti Urbanistici, per cominciare anche a conoscerci da vicino. Per poi passare a progettare le grandi trasformazioni che servono all’intero territorio. Su temi come le risorse energetiche, i rifiuti, le risorse idriche, la salvaguardia dell’ambiente. Presentarsi all’appuntamento del POR Calabria con i requisiti minimi indispensabili per rivendicare ascolto.
Qualcuno ha detto che nel primo anno di questo nostro percorso virtuoso ho agito da stalker. Ad un certo punto avrei tirato i remi in barca. Una lettura che solo parzialmente interpreta la verità. Dalla nascita del Consiglio dell’Unione ho scelto di comportarmi come uno dei diciotto Consiglieri del prestigioso organismo Istituzionale. Senza pretendere di ricoprire ruoli che non mi competono. Mantenendo intatto il mio compito di sollecitazione. Ma senza mai travalicare il mio ruolo. Vi sono passaggi dei quali non sono a conoscenza. Altri che conosco per pura casualità. Non mi lamento certo di questo stato di cose. Affermo però che se ci sono energie disposte a spendersi, queste vanno sollecitate e non represse.
Una banale polemica può fermare tutto questo? Io credo che si assume una grave responsabilità chi, per pura ambizione identitaria, cavalcasse un ronzino di questa fattezza, per affermare un proprio ego.
Sisì Napoli