Calabrese-Roccisano e l’ ospedale già dimenticato

Calabrese-Roccisano e l’ ospedale già dimenticato

Calabrese-Roccisano e l’ ospedale già dimenticato

“Sabato 17 ottobre avrà luogo a Locri una importante manifestazione per protestare contro lo smantellamento dell’ ospedale. La Locride è stanca, e il diritto alla tutela della salute va difeso.”

Questo, più o meno, si diceva fino a venerdì sera.

Io stesso, forse nella vana speranza che le cose potessero davvero cambiare o che quanto meno il buon senso per una volta potesse trionfare, avevo scritto quanto quella manifestazione potesse essere opportuna e positiva, soprattutto se volta ad intraprendere un percorso nuovo, possibilmente diverso.
Eppure, pare che sabato 17 ottobre sarà ricordato per una questione molto più importante dell’ ospedale di Locri e della sua possibile chiusura, prioritaria rispetto alle moltissime persone presenti sotto il sole per lanciare un segnale alle istituzioni, certamente più interessante rispetto alla tutela della salute: sto parlando ovviamente dello scontro tra il sindaco di Locri Calabrese e l’ assessore regionale Federica Roccisano.

Personalmente, ritengo che il comportamento del sindaco non sia stato consono al ruolo che ricopre, ed in generale è scorretto impedire di parlare a chiunque, perché la chiusura al dialogo ed al confronto contrastano con l’ idea stessa di manifestazione libera, a maggior ragione se questa risulta finalizzata alla salvaguardia di un diritto o di un interesse collettivo.

Inoltre, conosco Federica ed ammiro la determinazione con cui si è fatta valere per dare spiegazioni e concludere il suo intervento, non riuscendoci a causa delle contestazioni.

Va però considerato un fatto non secondario: ancor prima che il sindaco di Locri intervenisse, l’ assessore Roccisano è stato fischiato dai manifestanti.

Comportamento condivisibile? Assolutamente no, in quanto lesivo del diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero.

Ma neanche, a parer mio, da intendere come un attacco politico contra personam, quanto piuttosto da ritenere emblematico della stanchezza e della disillusione che attanagliano la Locride, a causa delle numerose promesse fatte e non mantenute da parte delle diverse giunte regionali che, negli anni, si sono succedute.

Sono stati, quelli precedenti all’ interruzione di Calabrese, i fischi di chi non crede più a nulla, che paradossalmente devono fungere da monito ed al contempo da stimolo per il prosieguo dell’attività della giunta Oliverio.

Il rumore della piazza deve far riflettere, sempre e comunque.

Ad ogni modo, l’ aspetto più triste dell’ intera vicenda è che il senso e l’ obiettivo della manifestazione di sabato scorso siano stati completamente sviliti, trascurati, dimenticati.

La Calabria e la Locride hanno perso un’ altra occasione.

Come spesso accade in Italia, la difesa di qualcosa che doveva riguardare tutti è diventata sterile diatriba politica di pochi.

Così, adesso la piazza si divide tra chi condanna il sindaco Calabrese e chi è solidale con l’ assessore Roccisano.
Per una volta, forse, sarebbe stato meglio trovarsi tutti dalla stessa parte: quella della tutela della salute, quella dell’ ospedale di Locri.

manifestazione ospedale locri

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