Siderno e l’arte di Carolina de Siesa: Realtà o finzione?
Di Alessio Cardenia.
L’arte contemporanea non deve necessariamente essere osservata in un museo o in una galleria, fa parte della quotidianità, è inserita nel contesto sociale e fa in modo che la società stessa possa sentirsi a proprio agio con l’opera. E’ il caso di TVTTO, l’installazione artistica di Carolina De Siesa (1993), composta da un televisore spento collocato in un angolo di Piazza Portosalvo a Siderno (RC). L’artista ha voluto ricreare l’ambiente familiare portando un oggetto di vita quotidiana, quale la televisione, dalla sfera privata a quella pubblica. Il titolo dell’installazione gioca su questa ambiguità fra un termine legato alla totalità delle cose e la scrittura in romano arcaico, includendo la parola TV.
Non è certo la prima volta che si vede un televisore in strada o in piazza ma l’artista non persegue l’idea dell’originalità dell’immagine bensì una diversa presentazione e formulazione della stessa. Vi è oramai una coesistenza tra vita reale e tecnologica senza cui molti non vivono più, sia dentro che fuori casa.
In TVTTO, il divano diventa una panchina della piazza e il panorama diviene un televisore che allude alla finzione artistica, soprattutto cinematografica. Attraverso questo lavoro, De Siesa va ad indagare il labile confine esistente tra la realtà, data dalla quotidianità, e la finzione, sugellata dalla presenza di un elemento tecnologico, creando un’ambientazione quasi surreale. Da un lato l’installazione vuole denunciare l’uso spropositato della tecnologia, inserendo la realtà all’interno dell’ampio mondo tecnologico e presentando il televisore come medium di comunicazione che veicola informazioni che vanno dalla realtà oggettiva degli eventi alle fake news. Dall’altro suggerisce come quest’ultimo può divenire un luogo di incontro sociale rompendo le barriere esistenti tra privato e collettivo. Seppur con una tecnica differente, Carolina De Siesa non si allontana dall’idea − tantomeno dall’immagine − che coinvolse Mario Schifano (1934 – 1998), artista che considerava la tecnologia, in particolare la televisione, un «linguaggio fondamentale del nostro tempo» ma contemporaneamente rischioso, pensiero che lo portò a dipingere un televisore spento di colore nero e viola nel 1997.
Schifano vuole mostrare la tecnologia come «simbolo di morte», reinterpretata da Carolina De Siesa attraverso la visione di una rinascita post-mortem che elabora, secondo il giusto uso, un’unione collettiva e familiare. Da questo pensiero si evince l’idea di inserire il televisore in un contesto pubblico quale la piazza, luogo ricco di esperienze condivisibili.