“Caulonia al tempo dei nonni”: il duro lavoro nei campi

“Caulonia al tempo dei nonni”: il duro lavoro nei campi

Nella Caulonia di un tempo, la vita dei contadini era difficile e faticosa: si alzavano all’alba, accudivano gli animali e poi si recavano nei campi a lavorare la terra.
Spesso e volentieri, per le attività più complesse i contadini ricorrevano all’aiuto dei buoi, che venivano castrati e addestrati per circa tre mesi.
Attorno al collo dei buoi veniva messo il “juvo” (pezzo di legno incavato a mano e lungo circa due metri), fissato con due cinturoni di cuoio detti “paiara”.

Al “juvo” si legava la cosiddetta “schiocchia”, arnese di legno a forma di V, trascinato da una catena.
Inizialmente, i contadini trainavano i buoi utilizzando delle corde. L’ultima fase dell’addestramento, invece, prevedeva l’utilizzo dell’aratro per lavorare il terreno.
L’aratro poteva essere in ferro o in legno: il primo serviva per arare il terreno asciutto; il secondo per seminare i cereali.

I buoi per lo più tiravano il carro, mezzo di trasporto indispensabile all’epoca; tuttavia, essi venivano impiegati in altre attività, tra cui quella di “girare all’aria”: “l’aria” era uno spiazzo in cui i contadini mettevano il grano cosicché, grazie al calpestio dei buoi, i chicchi venissero separati dal resto della spiga.
Successivamente il grano veniva trasportato con il carro al mulino in pietra, per ottenere la farina con cui si preparavano il pane, i biscotti, la pasta.

Photo by Rajesh Ram on Unsplash

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