CGIL: “Ci vuole una vera regolarizzazione per tutelare i lavoratori”
Il dibattito sulla regolarizzazione dei migranti sta prendendo una brutta piega. Proprio sul piano tecnico oltre che politico. Se la eventuale procedura di regolarizzazione venisse lasciata solo in capo ai datori di lavoro, che tra l’altro a quanto leggo dalle indiscrezioni giornalistiche otterrebbero anche scudo penale e amministrativo, si rischia di scatenare istinti pericolosi. Da anni denunciamo il business di finti contratti di lavoro e permessi di soggiorno che intermediari, caporali e faccendieri fanno sulla pelle di chi lavora, di chi è sfruttato.
Le sanatorie di Maroni ce l’hanno insegnato. Spero ci sia, se ci sarà, una regolarizzazione vera, che parta dal riconoscimento dello stato di vulnerabilità di chi lavora. Questo ha proposto da mesi il sindacato, questo da anni rivendica la Flai Cgil. Spero infine che ci sia un allargamento vero ai migranti di altri settori e non con misure capestro come qualcuno propone (un mese ?!?). Sarebbe, come detto anche dal Papà tra gli altri, una misura di civiltà. Il resto è dibattito politico (o elettorale fate voi) di basso livello, come quello che sta contrapponendo in modo sterile da giorni Italia Viva e il M5S. Coraggio fate una cosa che tutela chi lavora, fate una cosa di sinistra!
ROBERTO IOVINO (SEGRETERIA CGIL LAZIO)