Riarmo, Europa, Stati Uniti, Israele e Palestina l’opinione di Paquale Aiello

Riarmo, Europa, Stati Uniti, Israele e Palestina l’opinione di Paquale Aiello

Di Pasquale Aiello

Riarmo. Un sostantivo bandito per anni. Tempi in cui, si rischia di rimpiangerli, regnava una certa pace all’ombra della cosiddetta ‘guerra fredda’. La corsa alle armi era un azzardo. Ma i tempi cambiano, le politiche pure e il mondo è governato sempre più da gente senza anima né scrupoli. Le solite dinastie massomafiose capitaliste e anche sioniste che hanno in mano le banche, i fondi internazionali di investimento e le strutture multinazionali di produzione e decidono il destino del mondo. In Europa, ai politici che governano il vecchio continente è venuta la brillante idea di armarlo per difenderlo da un ipotetico nemico, per l’occasione è l’orso cosacco, che serve da capro espiatorio, per rimpinguare le casse delle industrie di armi, venditori di morte e distruzione, sottraendo enormi risorse all’istruzione, alla sanità, alle esigenze dei territori, ai salari dei lavoratori.

Svuotare i granai e riempire gli arsenali, sembra essere lo slogan di oggi. Capitalismo criminale e spietato, peggio durante una crisi. I nodi che finora tenevano compassati i bilanci, come per incanto si sciolgono e le stronzate su austerità e deficit che hanno raccontato per anni si rivelano solo…stronzate appunto. Sulle modalità di come recuperare i fondi, circa otto miliardi di euro, la politica europea si divide, ma tutti, a parte qualche ribelle, sono d’accordo che è necessario investire soldi per difendersi dalle insidie del nemico che mette a repentaglio l’esistenza stessa dell’occidente. La grande borghesia dell’industria bellica ringrazia e…prosit. Intanto cominciano a fiorire corsi di formazione alla guerra, anche in ambito scolastico, e pure farlocche istruzioni di esperti oltreoceano su come attrezzare un kit di sopravvivenza.

Tutto questo, mentre il governo criminale di Israele, sotto gli occhi di tutti rinnova gli attacchi contro i palestinesi di Gaza dopo una tregua-farsa di qualche settimana. Ormai le informazioni sul genocidio dei palestinesi latitano per effetto di una velata censura favorita dai governi filosionisti occidentali, che prestano poca attenzione ai rapporti dell’ONU sugli abusi sessuali sistematici dei detenuti palestinesi e mettono in rilievo, invece, per mezzo dei banditori asserviti, racconti e narrazioni non verificate ma foraggiate dalla propaganda di regime, di violenze sugli ostaggi israeliani. La convenzione di Ginevra, invece stabilisce che, essendo Israele potenza occupante secondo il diritto internazionale, ha l’obbligo di trattare umanamente e senza distinzioni di razza sesso e religione tutti i civili sotto il proprio controllo, proibendo in modo assoluto l’abuso sessuale.

Dal lontano 1967 Israele sfida tutte le convenzioni che tutelano i diritti umani internazionali e ciò è documentato dalle relazioni della corte internazionale di giustizia che ritengono illegale l’occupazione di Gaza per avere violato spudoratamente le convenzioni di Ginevra e costringono l’ONU all’impegno di comportarsi di conseguenza e coerentemente. Lo sterminio, però, continua. Intanto bisogna registrare, nota positiva, il rinnovo dell’incarico come relatrice speciale ONU per la Palestina, nonostante la campagna denigratoria degli Stati Uniti nei suoi confronti, alla giurista italiana Francesca Albanese. Questo vuol dire smacco per lo stato d’Israele e ancora una voce sicura contro l’abominio operato dal suo governo che ormai ordina di sparare perfino sui soccorritori.

E’ pertanto, ormai, chiaro e evidente che questa strategia di disumanizzazione nei confronti del popolo palestinese è intrinsecamente saldata a un piano preciso di cacciare, anche con la violenza, la gente dai propri territori e agevolare il mandato sionista per la realizzazione della ‘Grande Israele’ come unico e supremo stato ebraico.

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