La Pasqua del 2025 a Caulonia: ottimo svolgimento di tutti i riti

La Pasqua del 2025 a Caulonia: ottimo svolgimento di tutti i riti

di Giovanni Di Landro

La tradizione ha una grandissima forza, che è quella di resistere al tempo e di andare avanti con tenacia per secoli attraversando tempi sempre nuovi e diversi e incontrando sempre uomini nuovi e donne nuove, ma tutti accomunati dalla stessa fede e dallo stesso senso di appartenenza.
Non è mia intenzione in questo articolo descrivere accuratamente tutti i riti (vi rimando piuttosto al mio libro Periodo quaresimale e Settimana Santa di Caulonia, analisi dei riti religiosi legati alla Pietà popolare, Calabria Letteraria Editrice, marzo 2025), ma descrivere sommariamente come si sono svolti i riti della Settimana Santa a Caulonia nel 2025.
Questo 2025, pur con qualche difficoltà legata principalmente alla temporanea chiusura per lavori di ristrutturazione delle Chiese del SS. Rosario e dell’Immacolata, tutti i riti della Settimana Santa a Caulonia si sono svolti in modo perfetto e ordinato, manifestando in modo meraviglioso quella che è la fede ed anche l’identità del popolo di Caulonia.
Domenica delle Palme, 13 aprile 2025, ha avuto inizio il tradizionale percorso carico di riti che porterà poi alla celebrazione della Pasqua di Resurrezione durante la Veglia Pasquale della notte tra sabato 19 aprile e domenica 20.


Questo 2025 dunque la benedizione delle Palme si è tornata a svolgere nuovamente nella chiesa di San Zaccaria, che è stata riaperta al culto a luglio 2024 dopo alcuni necessari lavori di messa in sicurezza, per qualche anno infatti questo rito era stato spostato in altra sede. Al termine della benedizione delle Palme ha preso il via, come di consueto, la processione dei confratelli delle due Arciconfraternite (dell’Immacolata e del SS. Rosario) insieme al parroco e ai fedeli per giungere davanti al portone della chiesa Matrice e, dopo aver espletato il rituale della “Bussata”, qui entrarvi per celebrare la messa solenne della Domenica delle Palme o Domenica di Passione. Al termine della messa il parroco ha esposto il Santissimo Sacramento nella cappella dedicata al Santo Patrono, dando il via così a quell’intenso momento di adorazione al Santissimo che a Caulonia andrà avanti per tre giorni (Domenica delle Palme, Lunedì Santo e Martedì Santo) e verrà espletato nel cosiddetto rito delle “Tre serate”, un rito profondamente importante e sentito a Caulonia che dimostra storicamente una grande fede.
Mercoledì Santo poi, nel primo pomeriggio, si è svolta, organizzata dall’Arciconfraternita del SS. Rosario, la tradizionale Via Crucis che quest’anno è partita dall’antica chiesa di San Silvestro (secondo alcune attestazioni esistente già dalla metà del 1500 e divenuta poi, nel 1653, con l’annessione del titolo della piccola chiesa di Santa Barbara che fu soppressa, chiesa dei Santi Silvestro e Barbara) poiché, a causa dei lavori di restauro e adeguamento antisismico che interessano la chiesa del SS. Rosario, l’Arciconfraternita stessa con tutte le statue si è trasferita temporaneamente in questa chiesa, in attesa della fine dei lavori. La sera poi del Mercoledì Santo si è svolto il tradizionale rituale del Bacio del Cristo con la successiva processione della splendida statua del Cristo alla colonna, la statua in assoluto più antica tra quelle che prendono parte ai riti della Settimana Santa a Caulonia.


L’Arciconfraternita dell’Immacolata, impegnata ad organizzare il cerimoniale, quest’anno ha dovuto effettuare il rito del Bacio del Cristo nella chiesa di San Zaccaria (la cosiddetta “chiesa nuova”, realizzata nel 1929 in sostituzione della più antica chiesa di San Zaccaria, gravemente danneggiata dal terremoto del 1783 e poi rasa al suolo da quello del 1908, che si trovava nel punto in cui si trova oggi l’Affresco Bizantino, che è l’abside dell’antica chiesa, che risaliva con molta probabilità addirittura più o meno all’anno 1100), poiché in questo 2025 anche la chiesa dell’Immacolata è oggetto di lavori di restauro, per cui l’Arciconfraternita, con le proprie statue, si è temporaneamente qui trasferita. La processione del Cristo alla colonna dunque è partita dalla chiesa di San Zaccaria per giungere come di consueto in piazza Mese per effettuare qui il movimento tipico del Caracolo a ricordo di quello che fu il principio di questa tradizione con l’arrivo appunto della prima statua che fu quella del Cristo alla colonna.
Il Giovedì Santo poi si è celebrata in Chiesa Matrice la tradizionale Messa in Cena Domini, un rito che oggi è conosciuto da tutti e standardizzato ovunque, ma che in passato a Caulonia aveva delle peculiarità tipiche che lo rendevano unico in tutta la Calabria. Al termine della messa del Giovedì Santo il parroco è andato a riporre il Santissimo nei vari Altari della Reposizione (per quest’anno ovviamente non sono stati allestiti nelle chiese dell’Immacolata e del Rosario visti i lavori in corso) e anche quest’anno alto è stato il numero di fedeli, molti dei quali da fuori paese, che hanno visitato in religioso silenzio i vari Altari.
Venerdì Santo mattina poi si è svolta la tradizionale visita agli Altari della Reposizione da parte delle due Arciconfraternite. Quest’anno, per una questione probabilmente di comodità, l’Arciconfraternita dell’Immacolata durante questo rito non ha portato in processione la statua della Vergine Immacolata vestita a lutto, cosa che tradizionalmente avveniva. La sera poi del Venerdì Santo si è svolta la Celebrazione della Passione di Cristo con a seguire la “Chiamata della Madonna” e la successiva processione del Cristo Morto e dell’Addolorata. Mentre in Chiesa Matrice si esplicano i vari passaggi del rituale, le statue, insieme ai Confratelli dell’Arciconfraternita del SS. Rosario, sono partite in un rispettoso e quasi mistico silenzio dalla chiesa di San Silvestro risalendo per via Vincenzo Niutta e attendendo (quest’anno quasi un’ora!) dietro al portone della Chiesa Matrice il momento in cui il parroco “chiama” la Vergine Addolorata ad entrare; alle 21.30 circa il momento arriva e la statua fa il suo ingresso in una chiesa gremita di fedeli che devotamente assistono al cerimoniale. Prenderà il via dunque la processione, che è curata dall’Arciconfraternita del SS. Rosario, che, accompagnata dalla nostra banda musicale, percorrerà il consueto lento orante tragitto che la porterà fino in piazza Seggio, per poi fare ritorno alla chiesa di San Silvestro dove quest’anno, come prefato, si trova in appoggio l’Arciconfraternita del SS. Rosario. Le statue del Cristo Morto e dell’Addolorata quest’anno sono state adagiate, al termine della processione, in Largo San Silvestro, subito al di fuori della chiesa di San Silvestro, e qui si è intonato il canto, che tradizionalmente si esegue, “I dolori di Maria”.


Il Sabato Santo poi si è svolto il tradizionale e profondamente sentito “Caracolo”, processione (con otto statue) che celebra la Passione di Cristo e che affonda le sue radici al tempo della dominazione spagnola. Il termine deriva dall’arabo karahara (poiché gli spagnoli per quasi sette secoli subirono la dominazione araba) che vuol dire girare (da questo termine deriveranno poi altri termini della lingua spagnola, come per esempio caracol che tradotto in lingua italiana ha assunto il significato di “chiocciola”, ma il senso della processione del Caracolo non è da ricercare nel significato di “chiocciola”, bensì piuttosto in quello del “girare” da cui appunto poi il termine caracol deriva!), ma deriverebbe anche da altri termini greci che hanno tutti il significato di “girare”, “recintare”, “delimitare”, “chiudere”. Questo 2025 i due cortei delle due Arciconfraternite (ognuna partecipa con quattro statue) hanno preso il via dalle loro sedi temporanee (San Silvestro per il SS. Rosario, e San Zaccaria per l’Immacolata), ma l’unione dei due cortei si è svolta come di consueto presso “u Buvèri”, ossia all’incrocio tra via Regina Margherita e via Vincenzo Niutta. Una processione davvero sentita a Caulonia che si è svolta con grande ordine e grande compostezza. Quest’anno ho avuto il piacere di abbracciare qualche amico sceso dal nord (voglio nominare, ad esempio, la professoressa Anna Malgeri, docente di lettere e ricercatrice di storia ebraica e suo marito Riccardo Noero, che sono scesi appositamente dalla Toscana per assistere con grande interesse alle tradizioni della Settimana Santa di Caulonia) ed ho potuto constatare anche la presenza di molta gente giunta da fuori appositamente per assistere a questo rito (in particolare segnalo un gruppo proveniente da Trapani, città dove tra l’altro nella Settimana Santa si svolgono riti altrettanto suggestivi e famosi). In piazza Mese abbiamo avuto anche l’onore di essere trasmessi in diretta dall’emittente Telemia, grazie all’interessamento di Pino Carella che ha chiesto a me stesso di assisterlo durante la diretta fornendo qualche spiegazione storica e tecnica sul rito stesso. Un rito, quello del Caracolo, che è, sicuramente e dalla sua nascita, il più importante di tutta la Settimana Santa di Caulonia, ma, probabilmente, è il più importante in assoluto per Caulonia.
Terminato dunque il Caracolo i fedeli attendono la Veglia Pasquale dove si celebra la Risurrezione di Cristo dai morti.
Alle 23.15 ha preso il via il rituale in Chiesa Matrice, culminato con il canto del Gloria e la proclamazione della Risurrezione di Cristo. Degna di nota è stata sicuramente la partecipazione di alcuni bambini al servizio liturgico, nonostante la messa sia terminata poi quasi all’una di notte, segno importante di una educazione cristiana che viene trasmessa alle nuove generazioni che è molto importante al giorno d’oggi, in un tempo in cui si rischia di perdere alcuni valori cardine della nostra vita.
La mattina poi del 20 aprile, Domenica di Pasqua, al termine della messa delle ore 11.00 in Matrice, si è svolta la tradizionale “Svelata” in piazza Mese, ossia la rappresentantazione legata alla Pietà popolare che celebra la Risurrezione di Cristo attraverso l’incontro tra il Cristo Risorto e la Vergine Maria, con San Giovanni che fa da messaggero tra i due. Il rito si è svolto in modo pressoché perfetto quest’anno ed importante è stata anche l’esecuzione della, seppur breve, processione a seguito del rito. Piazza Mese nel momento della Svelata era davvero gremita di gente e questa è stata una bellissima cosa.
Sono davvero contento che i riti e le tradizioni quest’anno si siano svolti tutti davvero nel migliore dei modi, senza problemi, senza tagli eccessivi, senza comportamenti indecorosi e senza incomprensioni.
Posso dire che questo 2025 a Caulonia le nostre tradizioni si sono svolte davvero in maniera pressoché perfetta nonostante le difficoltà del caso. Tutto è andato bene, tutto è stato eseguito in modo corretto e rispettoso, tutto si è svolto con grande compostezza e ordine. Il merito va sicuramente a tanta gente di Caulonia, soprattutto all’interno delle due Arciconfraternite, ma anche all’interno dei cori e delle Parrocchie, che si spende ogni anno con tanto sacrificio affinché queste tradizioni continuino ad andare avanti in modo corretto, ma il merito va anche ai due parroci attualmente operanti in Caulonia, ossia Don Lorenzo Spurio e Don Donato Ameduri, che hanno manifestato sempre un grande rispetto e una grande ammirazione verso quelli che sono i riti della Pietà popolare che si svolgono a Caulonia in questo periodo, ma hanno manifestato anche una grande vicinanza e una grande umiltà e voglia di dialogo con il popolo cauloniese e di questo bisogna prenderne atto, perché in passato, purtroppo, con altri parroci non è stato sempre così. Un ringraziamento sento di volerlo fare, a nome di tutta la comunità cauloniese, a Padre Eduardo, che in questa Settimana Santa del 2025 è stato chiamato ad assistere il parroco durante le funzioni e ad aiutarlo per le confessioni, un po’ come si faceva un tempo con i famosi “predicatori”. Padre Eduardo è originario dell’India ed è rimasto molto affascinato dai nostri riti e dalle nostre usanze.
Il tempo dunque passa e va avanti, ma non cancella mai ciò che è importante, ciò che è utile, non cancella ciò che ci aiuta nella nostra fede, e la Pietà popolare deve fare questo, purificata da ciò che negli anni si è rivelato come superfluo o anacronistico, va avanti con l’essenziale e l’utile per aiutarci ad accrescere quella che è la base di ciò in cui crediamo, ossia la fede. A noi è dato il compito di credere e di sperare in quella Risurrezione che abbiamo appena celebrato e che da millenni continuiamo a celebrare.

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